Rimini. Contro tendenza: un albergatore rivuole i profughi

Rimini. Contro tendenza: un albergatore rivuole i profughi

Mario Gradara di Il Resto del Carlino Rimini: «Il mio hotel è vuoto. Con i profughi incassavo 45mila euro al mese»«Rivoglio i miei profughi». E’ un appello disperato quanto insolito quello che lancia Giancarlo ‘Caco’ Pari, albergatore di lungo corso.
Che cosa è successo?
«Guardi, guardi lei – attacca il gestore dell’hotel Gelso, tre stelle sul mare in zona colonie a Igea Marina–. La sala da pranzo dell’albergo è semideserta in pieno orario di servizio, ci sono pochissimi turisti».
Come mai, visto che la stagione è al giro di boa?
«Troppo chiasso di notte per certi locali sulla spiaggia, troppi ubriachi spesso minorenni».
Ci sono suoi colleghi che lavorano a pieno ritmo…
«La situazione è a macchia di leopardo. Qui non va per niente bene, siamo a zero».
Insomma, rimpiange gli ospiti ‘rifugiati’.
«Sicuramente».
Che percentuale di riempimento aveva?
«Con il mio albergo ho lavorato in pieno fino all’inizio di giugno».
Quando aveva cominciato a ospitare, a pagamento coi fondi del ministero dell’Interno, i profughi?
«Da inizio inverno, visto che l’albergo è annuale, e per parecchi mesi fino a primavera inoltrata».
Quanto incassava mediamente al giorno?
«Ospitando i profughi, e ne ho avuti fino a 42, incassavo più o meno 1.500 euro al giorno».
Un bell’andare.
«Stavano bene loro, con molti sono anche diventato amico, e andava bene a me, visto che con il turismo quest’anno e da queste parti butta decisamente male».
A quanto arrivava il ‘fatturato profughi’ su scala mensile?
«Arrivavo anche a 45mila euro al mese».
Cifre che con i turisti, par di capire, al momento si vedono col binocolo, o no?
«Proprio così.
(…)

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