Rimini: convegno su riciclaggio e infiltrazioni mafiose. I numeri della mafia in Riviera

Rimini: convegno su riciclaggio e infiltrazioni mafiose. I numeri della mafia in Riviera

“Le cose stanno cambiando, ma l’allarme con San Marino non è
sopito: fino a quando non riuscirà a giustificare ogni singolo euro
che si ritrova nelle banche, allora forse non saremo sullo stesso
piano”.

Dal palco del centro congressi Sgr di Rimini, al
convegno organizzato oggi dalla Banca popolare della Valconca sulle
infiltrazioni mafiose in Riviera e il riciclaggio, a lanciare
stilettate a San Marino è il colonnello della Guardia di Finanza
Gianfranco Lucignano. Il comandante del Nucleo di polizia tributaria
riconosce il cambio di tendenza tra la metà del passato decennio ad
oggi, ma – dice – la strada è ancora lunga. Il viatico, dunque,
della criminalità sul Titano, resta il riciclaggio: l’attività
prediletta dell’industria mafiosa in Riviera.

Una cifra oscura,
quella movimentata dalla grande “lavanderia industriale”
della malavita organizzata, come rilevato dal professor Alessandro
Bondi, titolare della cattedra di diritto penale a Urbino. “Si
dice che investa dal 2 al 5% del Pil globale. Ma uno studio della
Visa dice che solo in sud Europa sono 225 i miliardi di euro
riciclati, 100 dei quali in Italia, ossia il 9,5% del prodotto
interno lordo”. L’attività si svolge per il 56% nelle banche,
il 27% nel commercio, il 15% nelle attività di usura, per il 2% nel
commercio con attività estere. “Superati”, dice Bondi, gli
“spalloni”: ora le movimentazioni di denaro si fanno per lo
più con trasferimenti elettronici: “un programma – rivela –
riesce a trasferire denaro, in un giorno solo, in 240 paesi diversi”.
Impossibile trovarlo. Specie quando si mescola (il momento più
critico) con le attività lecite.

A fronte di circa un centinaio di
inchieste aperte ogni anno, in Italia, per riciclaggio, sono
tantissime le segnalazioni all’Unità di informazione finanziaria:
14.877 nel primo semestre del 2010, di cui solo 224 a Rimini. Al
fianco del riciclaggio, l’altra attività prediletta della
criminalità organizzata resta l’usura. E qui, un ruolo hanno a volte
gli stessi banchieri. “Da alcune attività di indagine abbiamo
notato che funzionari di banca segnalavano clienti in difficoltà”
agli affiliati alla mala: sette inchieste aperte a Rimini negli
ultimi anni. La ricetta, la dà Piergiorgio Morosini, magistrato
cattolichino, gip a Palermo: “Serve una risposta corale di
istituzioni, associazioni di categoria, sindacati. Ben venga, in tal
senso, l’Osservatorio provinciale sulla criminalità istituito a
Rimini: è un passo avanti importante, a questi tavoli i protagonisti
si scambieranno informazioni utili a capire dove risiedono i
sospetti”.

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