Rimini. Crac Valleverde, condannato Armando Arcangeli a 4 anni e 6 mesi di reclusione

Rimini. Crac Valleverde, condannato Armando Arcangeli a 4 anni e 6 mesi di reclusione

Bancarotta distrattiva e preferenziale, Arcangeli condannato a 4 anni e 6 mesi. Tre anni e 10 mesi, invece, la pena inflitta ad Antonio Gentili, ex dg e liquidatore della nuova società Spes

ENRICO CHIAVEGATTI – (…) Il Tribunale collegiale di Rimini (presidente Fiorella Casadei), ieri dopo una camera di consiglio relativamente breve, ha condannato per bancarotta preferenziale, distrattiva e altri reati fiscali a 4 anni e 6 mesi di reclusione Armando Arcangeli, 78 anni (difeso di fiducia dagli avvocati Alessandro Petrillo e Monica Rossi), fondatore di Valleverde, il celebre marchio di calzature diventato famoso nel mondo anche per i testimonial ingaggiati negli anni d’oro. Uno su tutti: Kevin Costner. Per il fallimento nel 2013 della società Spes ex “Valleverde calzature”, è stato condannato a tre anni e 10 mesi anche l’ex direttore generale e poi liquidatore della società, il 55enne Antonio Gentili (assistito dagli avvocati Massimo Cerbari e Gabriele Bordoni). Assolti invece per non aver commesso i fatti contestati Venanzio Zangheri, 78 anni (difeso dall’avvocato Luca Greco) e il sammarinese Valerio Scarano, 69 anni (difeso dal professor Enrico Amati). L’assoluzione per lui era stata richiesta anche dal pubblico ministero Luca Bertuzzi che per Arcangeli aveva chiesto invece la pena di 6 anni, 4 anni e 8 mesi per Gentili, tre anni e mezzo per Scarano. Usciti di scena senza pena un anno fa, gli imprenditori della cordata bresciana, a processo per aver “spolpato” la Spes mentre tentava l’ammissione al concordato preventivo per evitare il fallimento. L’imputazione per gli investitori bresciani era stata definita dalla Guardia di finanza con l’articolo 232 (comma II) della legge fallimentare che prevedeva la prescrizione più breve e nel 2021. Il Tribunale riminese ne ha preso atto e quindi ha chiuso la loro vicenda con una sentenza di prescrizione. (…)

Articolo tratto da Corriere Romagna

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