Rimini: Enada Primavera, l’impegno degli operatori per un gioco responsabile

Rimini: Enada Primavera, l’impegno degli operatori per un gioco responsabile

Da ENADA PRIMAVERA, la fiera del gioco in corso a Rimini Fiera fino a domani, risalta l’impegno per il contrasto – attraverso la prevenzione – delle cosiddette ludopatie.

La SAPAR, principale associazione nazionale che raggruppa gli operatori del settore, questa mattina ha rilanciato la campagna di prevenzione ‘Affinché il gioco rimanga un gioco’ nel corso di un convegno nel quale il Presidente Raffaele Curcio ha delineato l’impegno profuso e le strategie adottate: “La nostra campagna nazionale è svolta sul territorio e attraverso la nostra rete si articola nel dialogo coi comuni e con i Sert delle Aziende sanitarie. I gestori di macchine per l’intrattenimento sono pienamente coinvolti nel sensibilizzare ad un approccio al gioco che sia corretto e moderato. La nostra attenzione è innanzitutto sui minori e poi su tutti coloro che non resistono alla tentazione e cadono nella dipendenza”.

Curcio ha poi posto l’attenzione su un aspetto da non sottovalutare: “La soluzione non è mai nella demonizzazione e nel proibizionismo. Solo in un circuito di gioco legale, controllato dallo Stato e sottoposto a rigide regole, l’individuo viene tutelato. Non possiamo permetterci un atteggiamento sbagliato, servirebbe solo ad alimentare circuiti di gioco illegale dove le tutele sono del tutto assenti. E questo non deve accadere”.

La ludopatia, è emerso dal convegno, interessa fra l’1 e il 3% della popolazione, quindi si tratta di una problematica urgente, da affrontare con metodo.

Mancano dati precisi sulla diffusione e la ricerca va aiutata a comprendere al meglio il fenomeno negativo per mettere in campo iniziative efficaci di prevenzione e di cura.

E’ stato al proposito presentato un progetto pilota promosso da SAPAR e realizzato dalla psicoterapeuta Clelia Angelastri, indirizzato agli studenti delle scuole medie di 2° grado e che prevede il coinvolgimento dei ragazzi.

Al convegno è anche intervenuto Gianluca Farfaneti, che al SERT di Cesena si occupa della tematica del gioco compulsivo, sviluppando un approccio clinico strettamente agganciato al territorio: “Il numero di persone che si rivolgono al SERT è in crescita, almeno del 50% negli ultimi anni. Il metodo più corretto è quello di concentrarsi sui comportamenti dell’individuo affetto da queste patologie, non tanto sul singolo gioco. Giocare è nella natura dell’uomo e non è vietandolo che si correggono comportamenti deviati”.

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