Rassegna stampa – Frustate al figlio per insegnargli il Corano, il pubblico ministero chiede cinque anni. Il ragazzino ha testimoniato a processo, raccontando di come il genitore lo punisse dopo le lezioni che si svolgevano quasi tutte le sere. Il padre: “Volevo solo educarlo”
ERIKA NANNI – È accusato di aver preso a frustate il figlio perché non riusciva a memorizzare i versetti del Corano. La tesi del padre, un uomo senegalese di 46 anni, è quella di aver semplicemente impiegato metodi educativi in uso nel Paese d’origine, senza alcuna intenzione di vessare o maltrattare il bambino, ora divenuto adolescente. Per il pubblico ministero del Tribunale di Rimini, però, le cose non stanno proprio così: l’ipotesi d’accusa è quella di maltrattamenti aggravati, tanto da formulare una richiesta di pena di cinque anni, avanzata ieri mattina dal sostituto procuratore Annadomenica Gallucci. A maggio, quando è in programma la prossima udienza, è verosimile che il caso del padre forse un po’ troppo zelante con i metodi educativi giunga all’epilogo. Ieri, infatti, il giudice ha disposto il rinvio per repliche. (…)
Articolo tratto da Corriere Romagna