Patrizia M. Lancellotti – Corriere Romagna: Tentata truffa e abuso d’ufficio sono le ipotesi di reato sulle quali si concentra ora la Procura. Gli accertamenti sono partiti a giugno /
Bando sospetto, indagati due medici /
I requisiti sarebbero stati ritagliati su misura per la figlia di uno dei due
RIMINI. Un bando costruito ad hoc per fare vincere la figlia: tentata truffa e abuso d’ufficio sono le ipotesi di reato per le quali la procura di Rimini ha aperto un’indagine nei confronti di due medici dell’Ausl, rispettivamente genitore della ragazza e direttore del servizio dove la laureata stava svolgendo un tirocinio. L’ambito è quello dei servizi socio assistenziali, con riferimento a quei servizi diretti alle donne immigrate e ai loro bambini. E’ presso questo consultorio che la ragazza ha infatti svolto un tirocinio gratuito e dove è stata vista la possibilità di inserirla per un progetto retribuito: ma il bando di concorso predisposto dai due medici non è passato al vaglio del direttore dell’unità operativa che si è prima rifiutato di porre la firma sul documento e ha poi segnalato quella che riteneva una scorrettezza alla procura della Repubblica.
Le indagini, avviate lo scorso giugno, sono state svolte dalla guardia di finanza che ha ricostruito la vicenda attraverso documentazione e testimonianze ora racchiuse nel fascicolo aperto per tentata truffa e abuso d’ufficio. Secondo le accuse il dirigente psicologo di una struttura dell’Ausl, avrebbe cercato di favorire la figlia che stava svolgendo un tirocinio presso il consultorio diretto dall’altro medico indagato: la giovane aveva già
fatto uno stage di sei mesi, ripetuto per altri sei mesi, del tutto volontario e quindi senza nessun compenso. (…)
