Annalisa Boselli – Corriere Romagna: Dopo l’allarme della Cgil sull’occupazione, l’assessore provinciale Soldati commenta: «Se ai Comuni non diamo gli strumenti normativi ed economici non ne usciamo» /
«Lavoro, abbiamo le mani legate» /
L’assessore comunale Nadia Rossi: «Pur avendo i soldi non li possiamo spendere»
RIMINI. Armi spuntate contro la crisi e per la creazione di nuovo lavoro. «Se ai Comuni non diamo gli strumenti normativi ed economici non ne usciamo», spiega Meris Soldati, assessore provinciale al Lavoro. «Abbiamo le mani legate, pur avendo i soldi non li possiamo spendere», la segue Nadia Rossi, assessore comunale al Lavoro. Quella del lavoro è davvero una questione bollente ma di creare nuova occupazione non se ne parla proprio, è già tanto se si riescono a elargire sussidi a chi non ne ha.
Il fatto. Giorni fa l’allarme (l’ennesimo) della Cgil di Rimini sulla situazione occupazionale riminese: 3.700 licenziati a fine 2011. Con 6 milioni e 35.000 di ore di cassa integrazione Rimini è sopra ad alcuni colossi (in termini di aziende) come Ravenna, Piacenza, Parma e Forlì-Cesena, prima in Romagna. Il sindacato si rivolge ai sindaci: fate qualcosa. Non è sufficiente parlarne solo nei tavoli di crisi, occorre anche pensare a come creare nuova occupazione. Mettete il lavoro al primo posto.
Dall’altra parte. Di là dai tavoli dell’amministrazione si dice che, in realtà, le armi sono spuntate. «I Comuni sono stati troppo penalizzati in questi anni perchè si riescano a produrre investimenti. Avremmo tanti progetti da mettere in cantiere anche domani, ma cui non possiamo dare il via per i vincoli di spesa. Possiamo fare qualcosa con i protocolli per lo sviluppo e contro a crisi, ma il territorio è lasciato solo se non ci sono politiche nazionali industriali. (…)