Nuovo Quotidiano di Rimini: L’ex fidanzata del killer Demiraj domani sarà interrogata in carcere a Forlì / La verità della Sanchi è scritta in un memoriale
RIMINI – Dalla prigione in cui è rinchiusa dal 29 aprile scorso Monica Sanchi grida la sua verità. E lo fa con un memoriale, un dossier scritto di suo pugno, che oggi consegnerà al suo difensore, l’avvocato Nicola De Curtis. In attesa di essere interrogata, domani, nel carcere di Forlì (dove è stata trasferita il 13 maggio dal penitenziario femminile di Como), dal giudice forlivese su delega della collega riminese, Fiorella Casadei. Un lungo carteggio quello che la Sanchi ha finito di scrivere al termine della scorsa settimana, nel quale la cameriera riccionese, madre di tre figli piccoli (che dal giorno del suo arresto vivono con i nonni), racconta particolari interessanti sul duplice omicidio, quello di Silvio Mannina e della sua amante, Lidia Nusdorfi, ex convivente e madre del figlio di Dritan Demiraj, il loro assassino. La Sanchi nel memoriale dice di essere stata poco avveduta, di aver commesso l’imperdonabile errore di essersi fidata di un uomo sbagliato, Demiraj appunto col quale era fidanzata da appena un mese, che l’ha guidata nel suo gioco perverso . L’ex fidanzata del killer albanese ammette le sue colpe, ma dice di non essere un’assassina e che nel suo comportamento (tenuto in entrambi gli omicidi) non c’era volonta omicida. Per quanto riguarda poi il dialogo all’interno del furgone della polizia penitenziaria tra lei e Demiraj intercettato dai carabinieri, la Sanchi sostiene di aver immaginato di essere ascoltata e di aver fatto del tutto per far parlare l’albanese nella speranza che raccontasse la verità su come si svolsero tutti i fatti.
