Simone Mascia – Corriere Romagna: La ditta costruttrice nel mirino per i ritardi di un anno dell’inaugurazione della struttura in via della Fiera. Cagnoni: «Le loro sono pretese assurde» /
Palas, guerra milionaria in tribunale /
La Società Palazzo congressi vuole 22 milioni di danni dalla Cofely che risponde chiedendone 43
RIMINI. I ritardi della discordia.
La spinosa storia era finita nei cassetti del dimenticatoio, dopo avere sollevato un polverone come pochi altri in passato. Stiamo parlando dei lavori di realizzazione del Palacongressi, sorto su un’area di 38mila metri quadrati: il futuristico edificio da 9mila posti a sedere – costato 104 milioni di euro e iniziato il 27 settembre del 2007 – era stato inaugurato nel settembre del 2011, a distanza di un anno dal primo annuncio di taglio del nastro. Il rinvio arrivò a causa degli ormai famigerati pilastri della struttura risultati non a norma, che avevano creato un blocco del cantiere, l’apertura di un fascicolo in Procura e un pandemonio mediatico. Ma soprattutto altri dodici mesi di attesa con relativi danni economici.
L’attesa prima dello scontro. Un fiume di denaro, all’epoca non esattamente quantificato, su cui la Società Palazzo dei congressi, presieduta da Cagnoni, ha meditato a lungo. Nel mirino, la ditta Cofely a cui erano stati affidati i lavori e contro cui lo stesso Cagnoni stava meditando la “strategia di battaglia”. «Ci stiamo preparando – aveva spiegato nell’estate del 2011 il presidente riminese – abbia- mo ancora dodici mesi di tempo, ancora non sono scaduti. Leggeremo i contratti e vedremo chi ha ragione». (…)
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