Federico Rossi, Nuovo Quotidiano di Rimini (www.nqnews.it): La crisi è tornata a picchiare duro nel settore metalmeccanico: tanti gli operai in Cig, molti da due anni / “Un’ecatombe per i lavoratori” / Continuano le difficoltà all’Scm, l’impresa traino. Fallita la Tecnoma: 16 a casa
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Dopo una piccola ripresa alla
fine dell’anno scorso, la crisi è tornata
a picchiare duro su uno dei settori
più importanti, quello metalmeccanico.
Tutte le aziende infatti – unica
eccezione le poche che si occupano
della produzione di macchine per la
lavorazione della carne – sono alle
prese con un nuovo pesante calo degli
ordinativi, con gli inevitabili riflessi
sull’occupazione: quasi tutte
stanno facendo uso, spesso anche in
maniera massiccia, della cassa integrazione
aperta ormai da 2 anni.
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L’eventuale ripresa del settore è legata
a doppio filo a quella dell’Scm, il
colosso specializzato nella produzione
di macchine per il legno, che dà lavoro di
fatto alla maggior parte delle aziende artigiane
del territorio. “Purtroppo, come è
noto – dice ancora Giacobbe – anche
l’Scm è in grave difficoltà.
La ripresa di
ottobre-novembre è stata illusoria. Da dicembre
il lavoro è tornato a calare e così il
ricorso alla cassa, aperta dopo la lunga
trattativa coi sindacati dell’autunno
scorso per tutti i 1.316 dipendenti dei 4
stabilimenti riminesi, si è reso necessario
anche per altri lavoratori, oltre ai 40 che
saranno a 0 ore fino a settembre (e sui
quali pende la spada di Damocle del licenziamento).
A dicembre quelli interessati
dalla misura e messi quindi a rotazione
(secondo l’accordo coi sindacati il
provvedimento potrà coinvolgere entro
settembre un massimo di 520 lavoratori,
ndr), erano in totale 121, 12 nello stabilimento
centrale, 36 a Verucchio, 25 alla
Premium, 48 alla componentistica.
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