Rimini: la protesta studentesca blocca la città

Rimini: la protesta studentesca blocca la città

Gli studenti riminesi si sono radunati nel piazzale dell’Einstein alle 8
di mattina.

L’appuntamento per il corteo, previsto per le 8:30, viene così
annunciato con megafoni e striscioni.

Arriva pure il
furgone con l’impianto per musica e interventi, e la mattina si anima
immediatamente di cori, canti e grida.

Quando finalmente il corteo ha inizio, quasi
mille studenti marciano per i diritti della scuola pubblica, vogliono far
sentire la loro voce contro i tagli della riforma Gelmini e, nel caso venissero
imbavagliati, ci sono sempre gli striscioni a parlare per loro, ad esprimere il
loro pensiero.

Il 17 novembre non è una data qualsiasi, ha un significato: è la giornata
internazionale dello studente, giornata commemorativa in onore di quella
centinaia di studenti cecoslovacchi che si opposero alla guerra e, in seguito,
furono arrestati e massacrati dai nazisti nel lontano 17 novembre 1939.

In quest’occasione viene anche denunciato un brutto gesto, un attentato
neofascista ad un gruppo studentesco di Bari, ragazzi e ragazze aggrediti
mentre attaccavano volantini e striscioni di propaganda per la giornata del 17
novembre: un colpo duro e forte alla libertà di espressione.

Certo, fortunatamente i tempi sono cambiati ma poter esprimere la propria
opinione liberamente per salvaguardare non solo se stessi ma anche gli altri è
una cosa nobile.

I ragazzi e le ragazze, che hanno camminato dal centro studi Colonnella fino a
piazza Tre Martiri per dire no alla riforma Gelmini, non solo lottano per i
loro diritti ma anche per coloro che sono stati, inconsapevolmente, buttati
in mezzo a questa crisi.

Gli studenti non vogliono vedere il loro futuro portato via altrove, la loro
manifestazione era un semplice modo per far capire alla città che lo studente
di oggi sarà il precario di domani.

Il corteo si conclude con un piccolo dibattito in piazza, una sorta di
comizio: studenti e professori che si esprimono sui tagli alla scuola pubblica, sulle classi
sovraffollate, sulla diminuzione drastica delle ore di laboratorio, sul
licenziamento dei professori precari, sulle materie cancellate e tante altre
cose; studenti che si esprimono con un unico concetto: “Tutti uniti contro la
crisi”.

 

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