Rimini. La questura trova casa. Due case

Rimini. La questura trova casa. Due case

Corriere Romagna Rimini: La storia infinita /
La questura trova casa, c’è il via libera da Roma:
«Sì ai vecchi uffici della Provincia e all’ex Inpdap»

Il progetto inviato alla Prefettura per la convocazione delle parti e la sigla degli accordi contrattuali: è previsto un risparmio
L’alternativa a partire dalla bocciatura dello stabile di via Bassi. L’obiettivo trasferire gli uffici entro i primi mesi del 2017

«Chi dice che
dobbiamo andare proprio
lì? Si possono trovare
delle soluzioni alternative,
valide e a costi
inferiori». Le parole pronunciate
durante il primo
sopralluogo nello stabile
di via Ugo Bassi dal
questore di Rimini, allora
fresco di nomina,
Maurizio Improta, suonarono
come una b o c c i atura.
Quella che fin dall’inizio
degli anni Duemila
avrebbe dovuto essere
la faraonica “casa unica”
della polizia era diventata
nel tempo una
struttura fatiscente e insalubre.
Una storia “i t aliana”
della quale si è occupata
“Striscia la notizia”,
anche se forse – in
tempi lontani – sarebbe
stata più opportuna la
lente della magistratura.
Acqua passata. A un anno
da quel “viaggio al
termine del degrado” la
soluzione alternativa
non solo è stata trovata,
ma sembra finalmente a
portata di mano. Se tutto
filerà liscio, infatti, entro
i primi mesi del 2017,
gli uffici della questura
dovrebbero (il condizionale
è d’obbligo in questo
caso) trasferirsi nell’ex
palazzo della Provincia
(il cosiddetto “cubo”
alto sette piani), in piazzale
Bornaccini
. (…)

 

Anni di trattative e di soluzioni mancate
Si lavorava a un affitto da 900mila euro

Era marzo di un
anno fa, quando per l’ennesima
volta sembrava
che la nuova questura in
via Roma stesse tagliando
il traguardo. Il prefetto di
allora, Claudio Palomba,
era tornato da una missione
a Roma alla vigilia
di una commissione dipartimentale
convocata
per fare l’ennesimo punto
della situazione. Comune
e Prefettura lavoravano a
un accordo che avesse come
punto di partenza una
locazione da 900mila euro
all ’anno. Da allora però
tutto è rimasto fermo
. (…)

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