Luca Cassiani – Corriere Romagna: La Riviera compatta
dice no all’aumento Iva:
sciocco, inutile e dannoso
RIMINI. La Riviera compatta dice no all’aumento dell’Iva. Dal primo ottobre l’aliquota salirà dal 21 al 22%. Un provvedimento fortemente osteggiato da tutte le categorie economiche, ma sul quale – per ammissione stessa del premier Enrico Letta -, ormai non è più possibile tornare indietro. E fra le associazioni, la preoccupazione cresce a dismisura. Una mazzata per le piccole e medie imprese, il commercio ma anche per il turismo, malgrado l’imposta sulle strutture ricettive resti inalterata al 10%.
Gli albergatori. Patrizia Rinaldis, presidente dell’Associazione albergatori ammette: «La pressione fiscale sta diventando sempre più insostenibile. L’Iva turistica, che è fra le più alte d’Europa, non aumenta direttamente ma si vanno ad aggravare i costi di tutti i consumi, a partire da luce, gas e acqua. Sono manovre che al turismo non fanno bene, specie in un momento difficile come questo, in cui gli aumenti non si riescono neppure a riversare sui clienti. E con la Tares sarà anche peggio».Confcommercio. «L’aumento dell’Iva è un dramma – attacca il presidente provinciale Gianni Indino -. Così si bloccano economia e consumi. Pensare che il consiglio nazionale della Confcommercio, di cui faccio parte, aveva chiesto di non applicarla, anche sbattendo i pugni sul tavolo. E sembrava che ci fosse un ripensamento». Secondo Indino meglio intensificare la lotta agli sprechi: «Non è possibile che si paghino pensioni da 60-70mila euro al mese, mentre altri si devono accontentare di 500 euro. Questo la gente non lo capisce». (…)