Annalisa Boselli – Corriere Romagna: E’ drammatico il quadro fornito dalla Cgil al termine del quarto anno di recessione. Nel 2008 450mila ore di cassa integrazione, nel 2012 oltre 9 milioni /
La crisi stritola diecimila riminesi /
In un anno licenziate duemila persone. Tantissimi al lavoro con lo stipendio a singhiozzo
RIMINI. Una crisi sopra ogni possibilità di immaginazione. Una crisi che il 2012 ha rivelato essere di dimensioni allarmanti, dato che si è mangiata una fetta grossissima della forza lavoro locale, il 10%, all’incirca diecimila lavoratori. Allarme rosso. Dietro questo numero ci sono le storie di chi è finito in cassa integrazione (4.400 persone), chi è stato licenziato (2.300 unità), senza contare le 20.000 domande di disoccupazione, i precari, gli “scoraggiati”, cioè coloro che hanno smesso di cercare lavoro perché non lo hanno trovato (oltre 4.300), chi ha beneficiato dell’Eber, l’ente bilaterale dell’artigianato (un migliaio). Numeri a tre zeri che fanno venire i brividi sulla pelle se si pensa che anche il 2013 è cominciato con una vera e propria pioggia di richieste di attivazione degli ammortizzatori sociali, cassa integrazione in deroga soprattutto, cioè delle piccole e medie imprese. (…)
Al lavoro senza paga.
La crisi va davvero oltre ogni immaginazione perché a soffrire della difficoltà del momento non ci sono le imprese “dichiaratamente” in crisi, cioè quelle che hanno aperto una procedura di fallimento o di cassa integrazione. Solo la Cgil conta qualcosa come 400 verbali di vertenze che vedono come protagonista il mancato pagamento dei lavoratori sia degli stipendi che del tfr, il trattamento di fine rapporto, la ex liquidazione. (…)
Ammortizzatori a rischio. «Veniamo da un anno record: quello registrato nel 2012 è il più alto in assoluto come cassa integrazione. Considerando questo, la mobilità potrebbe esplodere nel 2013 – afferma Graziano
Urbinati, segretario generale della Cgil di Rimini – a causa del termine degli ammortizzatori. Perdiamo posti di lavoro, chi è oggi cassaintegrato, domani sarà licenziato». (…)
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