Rimini. L’ex clochard bruciato sfrattato, ma non tornera’ sulla panchina. Corriere Romagna

Rimini. L’ex clochard bruciato sfrattato, ma non tornera’ sulla panchina. Corriere Romagna

Andrea Rossini – Corriere Romagna: Sfrattato, ma non tornerà sulla panchina /
Il nuovo amministratore di sostegno ha acceso un mutuo da 10mila euro con garanzie personali /
Diffidente l’ex clochard: «Rivoglio Lidia». Liberi i ragazzi condannati per il tentato omicidio col fuoco

RIMINI. Il conto di Andrea Severi, il senzatetto bersaglio dei teppisti nel 2008, ridotto a solo 89 centesimi rispetto agli iniziali 190mila euro di risarcimento, ha ricominciato a crescere. Piano, piano, grazie alla piccola pensione e al ridimensionamento delle spese del nuovo amministratore di sostegno, avvocato Mario Gamberini. L’Acer, ente proprietario della casa popolare assegnata all’ex clochard, ha dato all’inquilino (incolpevolmente moroso per 7600 euro) lo sfratto esecutivo. E’ cominciato però una corsa contro il tempo per evitare la beffa del ritorno sulla panchina dell’orrore. L’avvocato Gamberini ha acceso un mutuo di 10mila euro fornendo garanzie personali e ora si attendono “segnali”. Dagli enti pubblici da un lato, e dai familiari dell’avvocatessa arrestata dall’altro: una volontà risarcitoria, per rimpinguare il conto prosciugato, potrebbe contribuire a migliorare la posizione dell’arrestata. Non sono solo i congiunti a tenere alla ex amministratrice di sostegno finita nei guai. Il primo a cercarla, e a diffidare dei “nuovi”, è proprio Severi. «Rivoglio Lidia», ripete. «Lei è mia amica». (…) Sfiorato il lieto fine.
Anche per lui, Andrea Severi, sembrava ci fosse, almeno fino a ieri, un lieto fine. Per la prima volta aveva ottenuto una casa del Comune, una pensione dallo Stato, godeva dell’assistenza dell’ausl e aveva un conto in banca gestito dall’amministratrice di sostegno sulla base delle indicazioni del giudice tutelare.
Per uscire definitivamente di scena dal processo la parte civile, rappresentata dall’avvocato Maurizio Ghinelli, aveva infatti formalizzato il risarcimento di 190mila euro per Andrea Severi (escluse le spese mediche), e 4mila euro per il Comune di Rimini, proprietario della panchina. Soldi raggranellati a fatica dalle famiglie degli indagati, non particolarmente abbienti, che avevano dato fondo a tutti i risparmi per aiutare i loro ragazzi. Per quei genitori, alcuni dei quali ancora convinti che l’unica colpa del proprio figlio fosse quella di avere delle amicizie sbagliate, non è una buona notizia che l’intera somma del risarcimento sia andata in fumo, in così poco tempo e senza un perché. Una nota stonata alla fine di un racconto dal quale sembravano essere scomparsi i “cattivi”.


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