Patrizia Cupo di Corriere Romagna Rimini: Intervista alla compagna del professionista suicida / «Luigi si è ucciso, io farò la sua stessa fine» / Sommerso dai debiti, si era tagliato la gola. Rosalba: «Da quel giorno non vivo più»
«Non ho casa né soldi per comprare il pane ma non voglio pietà, chiedo solo un lavoro»
Il rimorso e la ricerca di una vita normale
«Se non gli avessi chiesto continuamente
dei soldi e del lavoro, oggi forse sarebbe ancora
vivo. Ho fatto la pizzaiola e lavoravo negli
alberghi, ma ora non trovo più nulla
e così mi ospita una coppia di amici»
RIMINI. Ora il dolore
l’ha deturpata. Gli occhi
gonfi e la smorfia perenne
impressa sul volto nascondono
i segni della
passata bellezza. Rosalba,
55 anni, piccola di statura
ma con tanta di quella
rabbia e tristezza da
riempire il mare, da un
mese e mezzo vive all’i nferno:
non dorme, non
mangia, ha paura della
sua ombra.
Paura dei fantasmi.
Paura di stare sola. Paura
e desiderio al tempo
stesso di rivedere, almeno
in sogno, il suo Gigi:
Luigi Sassi, il 62enne originario
di Reggio Emilia
che, il 15 giugno scorso,
si è tolto la vita sopraffatto
dai debiti, tagliandosi
la gola. A ritrovare
il suo cadavere immerso
in una pozza di
sangue, nel garage nella
loro casa di Riccione, è
stata proprio lei, sua
compagna di vita da dieci
anni. «Se non gli avessi
chiesto continuamente
dei soldi e del lavoro, oggi
forse sarebbe ancora
vivo. Se non mi fossi fatta
il caffé, quella mattina,
sarei arrivata in tempo.
Ora non ho più nulla, solo
il suo ricordo ormai rovinato
da quell’ul t i m a
terrificante immagine di
lui nel sangue. Già lo so:
farò la sua stessa fine».
Si dà la colpa Rosalba.
E non si dà pace. Ma, in
fondo, non vuole cedere
alla rassegnazione e proprio
ieri mattina è andata
in Comune a Riccione
a cercare un sussidio, un
aiuto, un lavoro: «Non
voglio l’elemosina, voglio
solo lavorare».
Co m’è cambiata la
sua vita? (…)