Il direttore Vignoli: “Dopo un decennio di prevenzione nelle scuole, il Covid ci ha riportati indietro”.
ADRIANO CESPI – In coma etilico già a 13 anni. Dopo mix esplosivi di gin, vodka e droga. E spesso dipendenti dal gioco d’azzardo online. È il quadro desolante della generazione 2000. Ragazzi nati in pieno XXI secolo e costretti a vivere una pandemia devastante accompagnata da una guerra a due passi da casa. Spiega il direttore dell’Unità operativa dipendenze patologiche del Sert di Rimini, Teo Vignoli: “Dopo un decennio in cui le politiche di prevenzione nelle scuole e nei luoghi del divertimento avevano allontanato i minori dall’alcol, il Covid ci ha riportati indietro di anni”. Rapporti sociali azzerati durante i lockdown, distanziamento sociale e didattica a distanza, con genitori al lavoro in presenza e case vuote, hanno, infatti, caratterizzato questi ultimi due anni. “Questo disequilibrio insieme alla percezione generale di insicurezza per il futuro – sottolinea preoccupato Vignoli – sono risultati particolarmente distruttivi per i giovani ancora in crescita. Talmente devastanti da provocare in loro un forte malessere che si è manifestato con un abbassamento dell’età di assunzione di alcolici e uno sviluppo del binge drinking (assunzione di elevate quantità di alcol in poche ore, ndr) tra i minorenni, ma anche nella fascia 18-24 anni, e con aumento degli accessi in pronto soccorso a causa del poliabuso di alcol insieme a cannabinoidi e, a volte, anche ad altre sostanze stimolanti come la cocaina”. (…)
Articolo tratto da Corriere Romagna