Andrea Mingardi, cantautore, interprete ma soprattutto bluesman, punto di riferimento per la musica italiana, stasera, giovedì 11 agosto, alle 21.30 presenta al tendone di MobyCult, ubicato in piazzale Boscovich a Rimini, “Un biglietto per l’aldilà” (Pendragon, 2011).
Dopo l’esordio nella narrativa con “Benéssum” (2000), il best seller “Permette un ballo, signorina” (2006) e “Sòcc’mel”, presentato a MobyCult nel 2009, che raccontava, in modo autoironico e con un po’ di nostalgia, l’identità e la memoria di Bologna, Mingardi (nella foto, in fondo all’articolo) si misura con un genere nuovo, di cui è appassionato lettore: il legal thriller.
Ispirato a un caso realmente avvenuto e ancora irrisolto, questo giallo “in salsa nostrana” ambienta a Ravenna le sue intricate vicende, fino all’ultima sfida giocata in punta di arringa, sulle orme dei maestri del genere, come John Grisham.
Protagonista di “Un biglietto per l’aldilà” è Stefano Romanini, un avvocato rampante con il “giusto” corredo di auto e case di proprietà, famiglia da magazine patinato e una carriera di successo.
Unico depositario delle prove del misterioso affondamento del cargo Ulixes, appartenente a un losco armatore, l’avvocato Romanini improvvisamente va in coma per cause misteriose, mentre la sua preziosa valigetta sparisce: è il suo biglietto per l’aldilà.
Al risveglio, mesi dopo, il mondo dell’avvocato Romanini è radicalmente cambiato.
Screditato dall’accusa di aver fabbricato prove false, si trova accanto solo la sua famiglia, qualche amico e un principe del foro decaduto in cerca di rivalsa, che cercano di risolvere un caso che può portarli alla rovina.
Tra la vita e la morte, tra Ravenna, Milano, Tel Aviv e il Mediterraneo, come in un film si dipana un mistero che sarà chiarito solo all’ultima riga, con un finale inaspettato, dopo aver messo in scena una ridda di personaggi e vicende ad alta tensione che tengono il lettore incollato alle oltre 500 pagine.