Andrea Rossini – Corriere Romagna: Padre “tradito” disconosce il figlio /
Test “fai da te” su internet dopo aver preso un capello del ragazzino /
Richiesta al giudice dopo la scoperta: punta alla revoca dell’assegno mensile
RIMINI. Il dubbio gli è venuto quando ha scoperto che la sua ex compagna ora vive a due passi da un suo vecchio amore, proprio l’uomo che lei aveva lasciato per mettersi con lui, ritrovandosi subito in stato interessante. Sono passati diversi anni da allora, ma il tarlo che il figlio nato dalla loro relazione, presto interrotta, potesse non essere il suo si è insinuato nella mente dell’uomo.
Così nel corso di una delle sporadiche visite al ragazzino, gli ha strappato un capello nel sonno e ha deciso di farlo analizzare attraverso un laboratorio svizzero, scovato su Internet.
Poche centinaia di euro per vedersi inviare a casa il kit di prelievo e rispedire allo studio straniero il campione da esaminare in busta chiusa. Cinque giorni dopo la verità: quel figlio che porta lo stesso cognome non può essere il suo.
Il Dna non mente. Il protagonista della vicenda, un 45enne professionista riminese – da sempre “padre” distante e particolarmente interessato a rifarsi una vita mettendo fine al versamento mensile corrisposto alla ex compagna – ha avviato le procedure per richiedere il disconoscimento di paternità.
Il test “fai da te” ovviamente non vale in Tribunale, ma l’uomo si è comunque rivolto a un giudice, nella città in cui vive il ragazzino con la madre, e lo ha informato della situazione a partire dai sospetti alimentati dalla recente scoperta del vicino di casa. (…)
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