Rimini. Tentava la fuga in sella ad una bicicletta perché nascondeva la droga: fermato un ragazzo dalla Polizia di Stato

Rimini. Tentava la fuga in sella ad una bicicletta perché nascondeva la droga: fermato un ragazzo dalla Polizia di Stato

La sera del 15 febbraio scorso, personale della Polizia di Stato di Rimini ha tratto in arresto un cittadino macedone per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Ne dà notizia la questura di Rimini, precisando che “alle ore 20.40, una volante, durante il normale servizio di perlustrazione e controllo del territorio, nel transitare lungo Viale Sante Medici, notava confabulare tra loro in una zona buia della via, un gruppo di 5/6 ragazzi sospetti, pertanto decideva di controllarli.

Uno del gruppo, intuite le intenzioni dei poliziotti, saliva a bordo di una bicicletta e si dava a precipitosa fuga, sottraendosi al controllo. Dopo un breve inseguimento, il giovane perdeva l’equilibrio cadendo per terra. Nel cadere, dalla tasca del soggetto veniva fuori un involucro di medie dimensioni, che veniva prontamente recuperato dagli agenti e che da accertamenti successivi è risultato contenere Hashish.

Dopo essere caduto il ragazzo tentava di riguadagnare la fuga rialzandosi, ma gli agenti lo raggiungevano e lo bloccavano, nonostante i calci e pugni che questo iniziava a sferrare contro i poliziotti.

All’interno del borsello che il giovane portava vi erano un bilancino di precisione, due lamette da barba e due telefoni cellulari, uno dei quali utilizzato verosimilmente per organizzare gli appuntamenti con i propri “clienti”.

In considerazione dei fatti accaduti, il giovane veniva tradotto presso il Centro di Prima Accoglienza di Bologna, poiché minorenne.

Inoltre, lo stesso veniva indagato in stato di libertà per i reati di Resistenza a Pubblico ufficiale e Porto d’armi od oggetti atti ad offendere.

Dopo la convalida, il minore è stato sottoposto alla misura della “permanenza a casa”, da effettuare presso l’abitazione materna, sita in provincia di Treviso, con l’obbligo, nel frattempo, di seguire percorsi educativi”.

La Questura ricorda infine “che nei confronti delle persone indiziate ed imputate vige la presunzione di innocenza”.

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