Rimini. Torrianese pannelli schiacciata dalla crisi chiude i battenti. Il Resto del Carlino

Rimini. Torrianese pannelli schiacciata dalla crisi chiude i battenti. Il Resto del Carlino

Manuel Spadazzi – Il Resto del Carlino: Il crollo della Torrianese pannelli lascia senza lavoro 35 dipendenti /
Il titolare: «Ho provato a resistere, ma le banche hanno chiuso i rubinetti»

RIMINI. «LE HO PROVATE tutte, non ce l’ho fatta. Quando le banche ti chiudono i rubinetti è finita». È finita male, malissimo la storia della Torrianese pannelli, una delle aziende storiche del Riminese, un gioiellino d’impresa fino al 2008, costretta a chiudere i battenti e a dichiarare fallimento. E’ l’ennesima impresa riminese che chiude, ma stavolta il finale ha un sapore ancora più amaro. Sul mercato dalla fine degli anni ’60, considerato fiore all’occhiello del settore, la Torrianese pannelli tra il 2006 e il 2008 aveva investito 7 milioni di euro per rifare completamente lo stabilimento e aumentare la produzione e il personale. «E’ stato un investimento ingente, che ci avrebbe permesso di aumentare la produzione del 25% — ricorda Lamberto Lorenzetti, titolare e tra i fondatori dell’azienda — Purtroppo, subito dopo, è arrivata la crisi. Abbiamo provato a resistere, ma ogni anno il bilancio si chiudeva con una perdita. Dai 10 milioni di fatturato nel 2007, siamo passati ai 5,5 dell’anno scorso, dal 2008 a oggi abbiamo perso una ventina di milioni». LA SVOLTA, in negativo, è arrivata quando gli istituti di credito hanno cominciato a ridurre e poi a tagliare i finanziamenti. «La prima a metterci in sofferenza è stata la Banca di Rimini, poi sono arrivate tutte le altre. Ho tirato avanti per sei mesi pagando gli stipendi ai miei 35 dipendenti con i versamenti che arrivavano dai clienti, poi non ce l’ho più fatta». «Ho fatto i salti mortali per riuscire a pagare sempre operai e impiegati, e sono felice di esserci sempre riuscito, o quasi. Manca solo il pagamento dell’ultima mensilità». «In questi anni — continua orgoglioso Lorenzetti — tutti i profitti li ho sempre reinvestiti in azienda, non ho mai vissuto nel lusso, anzi: abito ancora in affitto». Lorenzetti ha ceduto anche altre sue proprietà (compreso un ristorante, e
in passato un hotel), ma non è bastato. «Non è stato facile dire ai dipendenti che cosa stava succedendo, il mio primo pensiero va a loro». Non sono bastati gli ammortizzatori sociali. Non è andato in porto nemmeno il tentativo della Cgil di mantenere l’azienda in vita attraverso una cooperativa formata dai dipendenti.
(…)

 

 

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