Resto del Carlino: Il giallo di Guerrina. La richiesta dell’avvocato ai giudici
PADRE Gratien Alabi vuole essere scarcerato e messo ai domiciliari nel
convento di Roma dove si trovava prima del 23 aprile quando fu arrestato
con l’accusa di aver ucciso Guerrina Piscaglia. Lo chiederà con
un’istanza il suo legale, Francesco Zacheo, che depositerà oggi o al
massimo lunedì prossimo al Tribunale di Arezzo. La richiesta
dell’avvocato difensore è quello di applicare al polso del sacerdote, il
braccialetto elettronico che controllerà ogni spostamento del
religioso. «Il pericolo di inquinamento delle prove non lo vedo, la
reiterazione del reato è assolutamente esclusa, la buona condotta mi
pare indubitabile», spiega Zacheo.
Nell’attesa,
emergono particolari dell’interrogatorio di una settimana fa. Sui
‘pizzini’ (scritti a mano dallo stesso religioso congolese) trovati
nella sua camera al convento di Roma il giorno dell’arresto, Gratien ha
dato la sua versione giustificando ogni foglietto. Dalla frase ‘Guerrina
non c’è più’, a ‘Il telefonino è caduto in acqua come il libro delle
preghiere’, Alabi avrebbe detto agli inquirenti che sarebbero stati
scritto solo come appunti in vista di incontri con l’avvocato. (…)