Rimini. Violenza privata ed estorsione, padre e figlio nei guai

Rimini. Violenza privata ed estorsione, padre e figlio nei guai

Nel pomeriggio di martedì 13 settembre, gli agenti della Polizia di Stato di Rimini, hanno dato esecuzione alle misure cautelari della custodia cautelare in carcere e del divieto di avvicinamento, emesse dall’A.G. rispettivamente nei confronti di due soggetti pregiudicati, padre di anni 73 e figlio di anni 39, da anni residenti nella città di Rimini, nei confronti dei quali è emerso, allo stato, un quadro di gravità indiziaria per i reati di estorsione e di violenza privata.

L’ordinanza ha sugellato l’attività d’indagine degli investigatori che, a seguito della denuncia di una patita estorsione sporta dal proprietario di un negozio di gastronomia nei confronti del soggetto più giovane, dopo la sua identificazione, ha monitorato i suoi movimenti, individuando ulteriori attività commerciali limitrofe a quella gestita del denunciante che subivano le medesime condotte estorsive.

Nella circostanza, come è poi emerso dalle ulteriori denunce che la locale Squadra Mobile ha raccolto dai proprietari delle attività commerciali che si sono affidati alla Polizia di Stato, il soggetto, vantandosi della caratura della sua carriera criminale, avrebbe preteso di essere servito e di consumare pasti e bevande senza pagare, minacciando poi di morte i gestori quando cercavano di ottenere il pagamento di quanto a loro dovuto, in alcune circostanze anche armato di coltello a serramanico.

Mentre per il soggetto più giovane è stata disposta la custodia cautelare presso la casa circondariale “Casetti” di Rimini, per il padre, che si è reso responsabile dei medesimi reati, a volte spalleggiando il figlio ed in altre occasioni presentandosi per consumare da solo, è stata adottata la misura cautelare del divieto di avvicinamento ad una distanza inferiore di 300 metri dalle parti offese.

Sono in corso ulteriori approfondimenti su eventuali ulteriori vittime dei soggetti nei confronti dei quali è stata eseguita l’Ordinanza del Giudice.

Si ricorda che nei confronti delle persone indiziate ed imputate vige la presunzione di innocenza.

 

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