Risposta all’interpellanza Galletti sui giochi a San Marino

Risposta all’interpellanza Galletti sui giochi a San Marino

In riferimento a quanto rappresentato nella question time in esame dall’Onorevole interrogante, concernente un reportage pubblicato dal giornale «Il Resto del Carlino» circa l’esistenza di un «casinò» sul territorio della Repubblica di San Marino, l’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato ha fatto presente al riguardo che la sala bingo sita in Rovereta non è gestita in forza di concessione rilasciata dalla stessa Amministrazione.
L’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato ritiene, inoltre, che non è possibile esprimere valutazioni in ordine alla eventuale violazione all’articolo 47, punto 4), della Convenzione tra l’Italia e la Repubblica di San Marino del 31 marzo 1939 (modificato dall’Accordo aggiuntivo alla Convenzione di amicizia e buon vicinato fra la Repubblica italiana e la Repubblica di San Marino, firmato a Roma il 29 aprile 1953), che prevede l’impegno della Repubblica di San Marino di non consentire, nel proprio territorio, l’impianto o l’esercizio di case da gioco nei quali si possano svolgere giochi d’azzardo.
Al riguardo, si è inteso investire della problematica di cui trattasi il Ministero degli affari esteri, che ha trasmesso i relativi elementi istruttori, di seguito riportati.
Il predetto Dicastero ha preliminarmente fatto presente che un casinò a San Marino era già esistito negli anni ’50. La sua sede era presso il Kursaal, dove attualmente è installata la San Marino RTV. Il casinò fu chiuso poco tempo dopo anche su pressione del Governo italiano. Quegli anni furono caratterizzati dall’adozione, da parte del nostro Governo, di misure di soggiorno obbligato che videro, per emarginare il fenomeno della criminalità organizzata, insediamenti di malavitosi nelle città di Rimini e Cattolica, con la speranza che, sradicati dai luoghi di origine, questi individui non potessero più delinquere. Ma l’esistenza di un casinò, in zona contigua, poteva fare da ulteriore collante per il riciclaggio.
Il 29 aprile 1953 venne stipulato un Accordo aggiuntivo alla Convenzione di Amicizia e Buon Vicinato fra la Repubblica Italiana e la Repubblica di San Marino del 31 marzo 1939, firmato dai plenipotenziari italiano e sammarinese De Gasperi e Giacomini. L’articolo 47 dell’Accordo, al punto 4, prevedeva l’impegno sammarinese «a non permettere nel proprio territorio l’impianto o l’esercizio di case da gioco o di altri centri del genere, comunque denominati, nei quali si svolgano giochi di azzardo». A compensazione, in corrispondenza delle rinunce fatte dal Governo della Repubblica di San Marino, tra cui il punto 4 del sopra citato articolo 47, il Governo sammarinese ha ricevuto dal Governo della Repubblica Italiana la somma di 90 milioni di Lire annue, per il periodo compreso tra il 1o gennaio 1946 e il 30 giugno 1952, e 150 milioni di Lire annue dal 1o luglio 1952 in poi, in esenzione di qualsiasi imposta o tassa, ivi comprese quelle di bollo e di quietanza.
Il 9 gennaio 1987, al termine dell’incontro tra il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Gabriele Gatti, e il Ministro degli Affari Esteri, Giulio Andreotti, svoltosi a Roma l’8 gennaio 1987, venne concordato il seguente comunicato, secondo cui «da Parte sammarinese è stata sottolineata l’importanza che si attribuisce all’apertura in territorio sammarinese di una casa da gioco che viene considerata come un problema interno della Repubblica di San Marino. Entrambe le Parti, consapevoli di una necessità di addivenire ad un accordo reciprocamente soddisfacente, hanno convenuto sull’opportunità di devolvere l’esame della questione alla prima riunione della Commissione mista, prevista ai successivi capoversi, alla quale parteciperanno anche dei rappresentanti dei rispettivi Ministeri degli Interni».
Durante la sessione del 23 febbraio 2006, a fine della scorsa Legislatura, il Consiglio Grande e Generale ha approvato un ordine del giorno del Consigliere Morri dei Popolari, già ex DC, in base al quale la Repubblica di San Marino avrebbe dovuto intraprendere trattative con l’Italia volte a consentire la riacquisizione del diritto di gestione della casa da gioco. L’ordine del giorno passò con 22 sì, 13 no, 4 astenuti ed 1 non votante. L’Ambasciatore d’Italia in San Marino prese allora contatti sulla questione con i Segretari di Stato agli Affari Esteri, Berardi, e alla Finanze, Mularoni. Entrambi confermarono che l’ordine del giorno era stato approvato, nella penultima sessione della Legislatura, in presenza non della maggioranza degli aventi diritto al voto (31 su 60), e quindi destinato ad esaurirsi con la fine della Legislatura. Qualora l’argomento fosse stato riproposto ed approvato, dopo le elezioni del 4 giugno 2006, prima di essere stato sottoposto all’Italia, sarebbe passato, trattandosi di questione controversa a livello locale, al vaglio del Referendum popolare.
Con la legge 25 luglio 2000, n. 67, sono stati introdotti e disciplinati i giochi a San Marino. Da Palazzo Pubblico ricordano che «la situazione che si è sviluppata da allora ha portato all’approvazione nel dicembre 2006 della legge che ha istituito l’Ente di Stato dei Giochi, ridando allo Stato la gestione e il controllo dell’attività dei giochi, fino a quel momento nelle mani dei privati». Poichè «i giochi della sorte attualmente ammessi sono invariati rispetto ad allora», si legge in una nota del 30 ottobre 2007, «il Governo non ha messo in atto alcuna azione per allargare le maglie dei controlli e delle tipologie di gioco ammesse». A riprova di quanto affermato, secondo cui a San Marino non si praticherebbe il gioco d’azzardo, citano il parere del Presidente Emerito della Corte Costituzionale, Antonio Baldassarre, che il 18 gennaio 2006, ribadì che i giochi del bingo e bingo multi keno non possono essere considerati giochi d’azzardo ma sono giochi della sorte e dell’abilità. La relazione di Baldassarre precisava inoltre che le norme e i regolamenti sui giochi non presentavano violazioni degli accordi stipulati tra la Repubblica di San Marino e l’Italia.
Va anche segnalato che il Governo italiano, allo stato, non ha al suo esame alcuna iniziativa volta a consentire l’apertura di nuovi casinò sul territorio nazionale.
Per quanto riguarda il territorio di San Marino vale quanto stabilito con il sopraccitato Accordo aggiuntivo alla Convenzione di Amicizia e Buon Vicinato fra la Repubblica Italiana e la Repubblica di San Marino, stipulato il 29 aprile 1953.
(da L’Automatico.net – Italy)

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