Risposta del Movimento RETE a Luca Lazzari su questione Europa

Risposta del Movimento RETE a Luca Lazzari su questione Europa

Risposta del Movimento RETE a Luca Lazzari su questione Europa
Caro Luca, ci conosciamo da anni e mi pare poco rispettoso della tua intelligenza quanto scrivi. Non parli di Europa ma contro RETE, e a più riprese contro il sottoscritto.
Anche io sarò antipatico: credo che scrivi ciò che hai scritto per cercare di autoconvincere te, più che per aprire un “confronto”. Che poi Luca, se avessi voluto un “confronto” avresti potuto alzare il telefono e avremmo potuto incontrarci, come mi avevi chiesto qualche giorno fa. Dunque chiamiamo questo tuo articolo per quello che è: propaganda! Sacrosanta, essendo a un passo dal referendum, ma propaganda.
Capisco bene che per te e Sinistra Unita sparare su RETE sia diventato un motivo di esistenza… forse per calcoli elettoralistici poco nobili, ma per carità, ci sta se intendi la politica come una sorta di demonizzazione dell’avversario. Poi però dovresti spiegarmi, se davvero pensi (e so che non lo pensi, ma allora perché lo scrivi?) che “RETE fa coincidere l’inizio nobile della storia politica di San Marino con l’inizio della sua stessa storia”, come mai un giorno sì e l’altro pure continui con il salamelecco della necessità di allearci. Se RETE è nazionalista o populista, o al massimo conservatrice, che interesse ha Sinistra Unita a cercarci per allearsi con noi, nonostante i nostri continui dinieghi?
Perché per quanto tu voglia insinuare -bel ritornello di questo referendum, assieme a quello della paura- che RETE abbia identità di vedute con DC e AP (cosa peraltro falsa, visto che DC e AP indicano il Nì -indicazione a nostro avviso indifendibile- o la scheda bianca. Noi siamo chiaramente per il NO all’Europa e il SI al salvastipendi), RETE non si è mai alleata con nessuno di loro e nemmeno lo farà in futuro… mentre Sinistra Unita è stata al governo assieme ad AP…
E allora se tu fossi onesto, dovresti spiegare alla gente perché Sinistra Unita indica il Nì -indicazione che per noi rimane indifendibile, che la faccia la DC o voi, la maggioranza o l’opposizione- al referendum salvastipendi, lo stesso che nel 2008 aveva sostenuto da sola insieme ai giovani di AP! Da dove sono venute le pressioni Luca? Lo vuoi spiegare?
Che richiedere l’adesione all’UE significhi avere “piena rappresentanza democratica”… so di essere limitato, ma non lo capisco. Non capisco nemmeno perché fai il parallelo “continuare a essere democratici, continuare a essere europeisti”. L’europeismo sta diventando sempre più un ismo, un’ideologia che si basa su “fedi” piuttosto che su ragionamenti. La politica dell’UE è in mano alla Commissione Europea (non votata da nessuno) e alla BCE (non votata da nessuno). I parlamentari a Bruxelles non decidono su nulla, e al momento sono un modo per riciclare i segati alle elezioni nazionali. I trattati (ad es. quello di Lisbona) sono tenuti nascosti e recepiti dai singoli Stati senza alcun confronto. Lo hai letto il trattato di Lisbona? Sono certo di no, perché è illeggibile, volutamente illeggibile, come confessò anche Giuliano Amato, per impedire ai popoli di non recepirlo tramite dei referendum come fecero nel 2005!
Noi non parliamo di autarchia, ma di deglobalizzazione e demonetizzazione. Il prof. Emerito Giuseppe Guarino ricorda che non c’era alcun paese dell’eurozona tra i 20 peggiori del mondo nel decennio 1990 – 2000. Ce n’erano 13 invece nel decennio 2000 – 2010. Che vi sia un fallimento della gestione dell’Europa è evidente. Che l’unione monetaria abbia preso il via con la caduta del muro di Berlino, come merce di scambio tra Francia e Germania, è lapalissiano. Che alla base dei trattati (da Maastricht in poi) regni un’ideologia neoliberista di spoliazione degli spazi politici e democratici in favore di una burocrazia non elettiva e del mito dell’autoregolamentazione del mercato, è la realtà innegabile. Che il ministro dell’economia tedesco abbia recentemente dichiarato che la politica tedesca non cambierà di un millimetro, e che tutti si debbano allineare ai loro standard e alla loro visione, è un dato di fatto.
Semmai, l’incognita di questi decenni è come la sinistra, proprio la sinistra, sia finita col difendere a spada tratta un ente burocratico e antidemocratico fondato su soli principi neoliberali. Il perché ce lo dirà la storia.
Dai primi anni ’90 a oggi è cambiato un mondo. Nei primi anni ’90 io personalmente ero favorevole all’adesione all’UE. Sono passati 22 anni da quell’accordo, l’Europa è diventata un’altra cosa. Alla luce degli sviluppi forse sarebbe bene, almeno così pensiamo noi, resettare e rivalutare le condizioni senza basarsi sui soli “ismi” di riferimento.
In un’area con moneta unica e una politica economica centralizzata, ad un surplus nella bilancia dei pagamenti di uno Stato necessariamente corrisponde un deficit nella bilancia dei pagamenti di altri. Dei quattro paesi europei con PIL maggiore (che assieme fanno l’80% del PIL europeo) l’unico Stato ad avere una bilancia dei pagamenti positiva (sempre più positiva) è la Germania. Gli altri 3 (Italia, Francia, Spagna) hanno un debito estero complessivo di 1.100 miliardi di euro. La Germania ha un surplus di 1.200 miliardi di euro. Significa che l’economia tedesca sta bene perché costringe le altre economie a farle da ancelle. Se la Germania ci tenesse ad un’Europa competitiva, dovrebbe rinunciare al suo surplus nella bilancia dei pagamenti, utilizzandoli per favorire politiche economiche di crescita negli altri Stati. Come succede negli USA, o nei paesi ALBA. Ma la Germania, come detto, non ha alcuna intenzione di farlo… perché abbiamo una Europa monetaria, e abbiamo un mercato unico, ma non c’è alcuna volontà di mescolarsi. Gli Stati che possono, che hanno in mano le redini, continuano a fare i loro interessi a scapito degli altri. Noi saremmo un’altra piccola economia da risucchiare.
Per queste ragioni non sono d’accordo con la conclusione del tuo articolo. E se in Europa si salvasse solo la Germania e poco di più? Se si avverasse la profezia di Feldstein secondo cui l’euro condurrà l’Europa alla guerra? Siamo o non siamo più invasi da nazionalismi e risentimenti reciproci, Germania da una parte gli altri dall’altra, rispetto a venti anni fa? Allora forse avrebbe più senso lavorare per realizzare, facendo in tal modo di San Marino una Bruxelles del sud, relazioni commerciali e di sostegno sociale tra i paesi del sud, quelli depredati, magari con una moneta complementare all’euro, o guardare davvero al mondo bastando a noi stessi. È troppo ambizioso? Certamente, ma lo è meno rispetto all’idea di cambiare qualcosa in questa Europa con 1 o 2 parlamentari europei (contro, ad es., ai 96 tedeschi), in un parlamento che nulla conta.
Perché non è vero, già oggi, che o ci salviamo tutti o non si salva nessuno!
Semmai dovremmo capire come salvarci nonostante un’Europa così ingombrante e così vicina. E smetterla -perché è questo che tra le tue righe io intendo- di sperare che ci salvi qualcuno. Non lo farà certo RETE, che ha i piedi ben saldati per terra e conosce i suoi limiti, ma non lo farà nemmeno l’Europa, perché in fondo o ci si salva da soli o si cade preda di qualcuno!
E che sia l’Europa o altri poco conta.
Per il Movimento RETE – Roberto Ciavatta
Gli altri commenti di RETE alla nota di Lazzari sono online su facebook:
https://www.facebook.com/notes/sinistra-unita/non-%C3%A8-pi%C3%B9-il-tempo-del-motto-noti-a-noi-ignoti-agli-altri_confronto-con-rete/633469290030443

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