Risposta di Stefano Gasperoni ad Angela Venturini

Risposta di Stefano Gasperoni ad Angela Venturini

“Mi fa specie sentire che non vogliono cercare un lavoro (i giovani appunto) perchè non c’è. Se guardano bene in giro, il lavoro c’è, anche se non collima con il loro curriculum. Occorrono voglia, umiltà e fantasia” Poi l’esortazione finale (bellissima): “RAGAZZI SVEGLIATEVI”.
Riprendo direttamente dall’articolo di Matteo Zeppa l’intervento in discussione in questi giorni.
Penso che quando si fa di tutta l’erba un fascio… non si ha bene l’idea di cosa si stia dicendo. Credo che frasi del genere possano derivare da una pessima abilità nell’analisi dei problemi. Inoltre, ritengo che la ricetta per il successo non sia Lei nella posizione per fornirla a nessuno ed onestamente non vedo nella classe politica di ieri e di oggi persone da prendere a modello.
Detto questo, sono un ragazzo di 24 anni che ha concluso la sua formazione universitaria in ingegneria dopo 7 mesi di tesi in Inghilterra.
Per svolgere una tesi all’estero, bisogna trovare un professore che sia disposto a farti da relatore, che abbia contatti con l’estero, che non abbia già qualche tesista e che ti ritenga all’altezza. Considerando tutti questi presupposti, si capisce che non sia così facile partire. Nel mio caso ho avuto fortuna ed una volta venuto a conoscenza, mi son subito mobilitato per sapere se lo Stato fornisse qualche contributo visto che avrei affrontato un’esperienza di sette mesi all’estero completamente a mio carico. Di tutta risposta lo Stato non mette a disposizione nulla per chi decide di intraprendere tale esperienza, ma avrei ricevuto una piccola somma come chi decide di svolgere un corso di lingua all’estero di minimo due settimane durante l’estate. Vi sembra logico?
Parlo per raccontare la mia esperienza e così dovrebbero fare tanti altri giovani per sensibilizzare il fatto che la mancanza di lavoro non è una nostra colpa. Non ci troviamo di fronte a risorse scarse ma ci troviamo di fronte a scarso interesse ad intervenire per migliorare tale situazione.
Certo è che le strade per affrontare il problema della disoccupazione giovanile siano due. La prima è quella di analizzare la situazione dei giovani “alla buona” e sparare sentenze che, come sempre, colpevolizzano chi subisce il problema.
La seconda invece è quella di capire che il tempo passa per tutti e quindi la risorsa fondamentale sono e soprattutto saranno i giovani. Noi saremo il futuro motore della società ed in noi bisogna investire. Dico questo che è una banalità ma perché penso che ci sia chi ancora sia così ottuso da non convincersene. Inoltre, partendo da questa lungimirante deduzione che i giovani siano il futuro, allora cosa si deve fare? Nel mio piccolo mi viene da pensare che si potrebbero stimolare, motivare, ed investire per offrire sempre più:
– opportunità per mettere i giovani in contatto con il mondo del lavoro;
– possibilità di studio e formazione all’estero magari sponsorizzate dallo Stato;
– favorire l’inserimento di giovani nel mondo del lavoro;
oppure sentenziare su chi magari troppo stufo di sentirsi sfruttato, preso in giro ed usato ha deciso di smettere di cercarlo?
Si è vero i pigri ci sono, ma ad ogni età. La verità è che per fortuna sono molti più giovani con voglia di lavorare e che purtroppo hanno poco tempo per ascoltare interventi del genere e rispondervi. Ci son ragazzi che lavorano in fabbrica da quando hanno 17 anni ed adesso sono in cassa integrazione. Altri che si rompono la schiena andando a lavorare all’alba in cantiere ed al tramonto son ancora li, chi si adatta a far qualsiasi tipologia di lavoro fin da quando ha 16 anni. C’è chi ha provato a studiare ma non vi è riuscito ed adesso è sfruttato e costretto ad accettare compromessi, lavoro nero ed essere sottopagato pur di lavorare. E non sto parlando della Luna ma di situazione che accadono a San Marino, dove spesso è difficile denunciarle per paura di ritorsioni per un futuro impiego. Chi invece come Luca Zonzini e tanti altri partono e se ne vanno, lo fanno perché oppressi da una realtà clientelare, nepotista, figlia di favoritismi e giochi di potere che è un eredità di errori di generazioni prima di noi, compresa la Sua.
Quindi, riprendendo ciò che ho detto sopra, siamo di fronte non a risorse scarse, ma forse a persone scarse, soprattutto nell’analizzare i problemi e figuriamoci ad intervenirvi per risolverli. Inverosimilmente formidabili nel gioco dello ”scarica barile” addosso a chi subisce la situazione.
Si fidi che si ci saranno anche dei pigri ma ci sono ragazzi che hanno voglia di mettersi in gioco e per vostra fortuna sono tanti, perché questo senò fra dieci anni “non sarebbe un Paese per vecchi”. E mi auguro non sarà un Paese per gente con la Vostra lungimiranza.
Stefano Gasperoni

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