Riunito il Direttivo CSdL

Riunito il Direttivo CSdL

Riunito il Direttivo CSdL
12 aprile 2012 – La CSdL si appresta a presentare un’attualizzazione del proprio progetto di sviluppo per San Marino, quale contributo qualificato per delineare un futuro di speranza per i giovani e i cittadini. L’impressione è che la classe politica stia aspettando che magicamente passi la tempesta, per poi tornare ad un’economia ancora basata sostanzialmente sul drenaggio di risorse dal circondario. Non c’è nessun progetto in grado di creare nuova occupazione e impostare un rinnovato modello di sviluppo virtuoso e trasparente basato sul lavoro, l’economia reale, l’innovazione e la qualità, mettendo fine ad un sistema che ha portato a San Marino anche risorse illecite provenienti dalla criminalità organizzata. È quanto ha messo in evidenza il Consiglio Direttivo CSdL, riunitosi per l’intera giornata di oggi, affrontando molte delle principali tematiche che caratterizzano l’attuale fase di grave difficoltà sociale, occupazionale ed economica.
RIFORMA FISCALE – Il testo che proprio oggi viene esaminato in Commissione Finanze, necessita di alcuni importanti emendamenti per rendere la riforma maggiormente equa, in grado di produrre un gettito più elevato e recuperare le vaste aree di elusione ed evasione fiscale. Uno dei primi interventi è correggere l’impostazione della pressione fiscale, che così com’è penalizza pesantemente i redditi bassi rispetto a quelli medio-alti. Infatti, ad esempio, per un reddito di 25mila euro, vi è un aumento del prelievo fiscale pari a circa l’1.5%, mentre per i redditi da 40mila euro in poi il prelievo addirittura diminuisce!
Si tratta di un meccanismo inaccettabile; pertanto occorre introdurre le necessarie misure correttive, agendo ad esempio in modo combinato su aliquote, detrazioni e tetti di deduzioni, per rendere equo e lineare il carico fiscale, con una particolare attenzione alla protezione dei redditi più bassi. Il Direttivo ha quindi ribadito l’insieme delle richieste avanzate nei giorni scorsi dalla CSU con una specifica lettera al Governo, ad iniziare dalla effettività dei controlli e dalla predisposizione di strumenti più efficaci per l’accertamento dei redditi, delle rendite e dei patrimoni del lavoro autonomo. È importante che in questa riforma venga salvaguardato il principio delle netta separazione tra il trattamento fiscale dei lavoratori dipendenti e quello del lavoro autonomo. Un principio a cui si è giunti grazie alla forte determinazione del sindacato, che ha indotto il Governo a modificare una impostazione iniziale completamente diversa, che voleva parificare queste due tipologie di reddito, che non possono essere in alcun modo accomunate, in quanto di natura completamente diversa.
CONTRATTI DI LAVORO / MOBILITAZIONE – Fin dai prossimi giorni il sindacato dovrà riappropriarsi di un protagonismo nel paese e fra i lavoratori, anche  mettendo in campo le necessarie iniziative di mobilitazione, per respingere l’attacco delle controparti pubbliche e private ai diritti sindacali, rivendicare adeguate politiche occupazionali e di sviluppo e per raggiungere contratti di lavoro positivi in tutti settori.
Sul fronte del contratto industria, nonostante le aperture fatte dal sindacato, non si riesce a stringere perché l’ANIS alza continuamente il prezzo, con la pretesa di volersi rivalere delle conquiste sindacali degli ultimi 30 anni con l’obiettivo di flessibilizzare a dismisura i rapporti di lavoro e gli orari. Il Governo dal canto suo sta svolgendo un ruolo totalmente insufficiente, quando non addirittura collaterale all’ANIS, non facendo lui per primo il contratto ai dipendenti pubblici. Addirittura l’Esecutivo ha presentato una proposta contrattuale dai contenuti inaccettabili, in quanto è volta a ridurre pesantemente i diritti e a “colpevolizzare” i dipendenti pubblici. L’idea che le controparti esprimono è che c’è la crisi, e quindi o si fanno i contratti alle loro condizioni, o non si fanno affatto. Questo ricatto va respinto con fermezza; i contratti vanno fatti per tutelare di diritti che sono ancora più importanti in periodi di crisi, dove le condizioni sociali dei lavoratori sono più a rischio, e per recuperare il potere d’acquisto delle retribuzioni, messo in grave sofferenza dalla crescente inflazione. Al contempo la CSdL rivendica il raggiungimento in tempi rapidi del tanto “sospirato” accordo sulla stabilizzazione dei lavoratori precari della PA.
RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO – Il confronto che è stato avviato nelle ultime settimane è basato sui principi generali del progetto di riforma; infatti, il Governo non ha ancora consegnato nessun articolato di legge. Per la CSdL la riforma deve partire dalla cancellazione delle norme più inique introdotte dal Decreto Mussoni, ripristinando e consolidando i diritti al lavoro e le pari opportunità. Come ha ammesso lo stesso Segretario Mussoni, le misure che ha voluto introdurre in modo autoritario portando ulteriore precarizzazione nei rapporti di lavoro, non hanno prodotto nessun aumento di posti di lavoro. A monte l’urgenza è mettere in piedi una politica che crei nuova occupazione favorendo un’economia sana, competitiva e basata sulla qualità, oltre che prevedere precisi percorsi formativi che diano ai giovani e ai lavoratori gli strumenti per essere veramente competitivi sul mercato del lavoro.
PROBLEMATICHE DEI FRONTALIERI – I lavoratori frontalieri hanno il diritto di vedersi togliere la ignobile tassa razzista legata alla residenza. Ciò dovrebbe avvenire con l’approvazione delle legge di riforma tributaria, che prevede la sostanziale parità di trattamento fiscale a prescindere dalla residenza. In ogni caso, sull’insieme delle disparità e discriminazioni che colpiscono i frontalieri – tra cui la stabilizzazione dei rapporti di lavoro e l’impossibilità di usufruire del diritto ad assistere i figli con handicap o gravi malattie – vanno previste anche azioni legali che arrivino fino alle corti europee e internazionali per i diritti dell’uomo.
SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO – Il drammatico infortunio che nei giorni scorsi ha coinvolto un lavoratore che sta rischiando la vita, testimonia ulteriormente la necessità di riprendere ogni iniziativa possibile ad ogni livello per la messa in sicurezza di tutti gli ambienti di lavoro, impedendo che qualcuno possa utilizzare la crisi come alibi per giustificare un maggiore disinteresse verso la stessa sicurezza.
REFERUNDUM “SCALA MOBILE” – Questa iniziativa non convince il Direttivo della CSdL, perché è un modo per abdicare al ruolo principale del sindacato, che è quello della contrattazione, e toglie potere contrattuale ai lavoratori, rendendo l’illusione che si possa fare a meno della partecipazione e dei rapporti di forza. Storicamente, i diritti e i contratti si sono sempre conquistati a prezzo di dure battaglie sindacali. I contratti sono uno strumento fondamentale e irrinunciabile di partecipazione dei lavoratori per la democrazia che in essi è contenuta, per difendere le conquiste sindacali e riappropriarsi dei diritti, con il negoziato ma anche anche attraverso la lotta, senza deleghe ad altri soggetti e senza affidarsi a semplici automatismi.
 
CSdL
 

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