Roccia, argilla e non solo: dall’Università di San Marino una mappa del territorio per agevolare le tecniche green dal Titano alla riviera

Roccia, argilla e non solo: dall’Università di San Marino una mappa del territorio per agevolare le tecniche green dal Titano alla riviera

L’iniziativa è al centro di una ricerca del corso di laurea in Ingegneria Civile

Una mappa attraverso la quale – spiega in una nota l’Università di San Marino – le diverse realtà che si occupano di edilizia e territorio possono trovare le caratteristiche dei terreni presenti sul Titano e fino alla costa adriatica, suddivisi in aree in base a cinque categorie: due diverse tipologie di formazioni argillose, altrettante sabbiose e una di rocce calcaree.
È quanto realizzato dal corso di laurea in Ingegneria Civile dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino, nell’ambito di una ricerca che nell’ultimo anno ha impegnato accademici e studenti con test in laboratorio, prove nei luoghi coinvolti e non solo.

Quando in una zona viene fatto per esempio uno scavo per realizzare un edificio, una strada o altro – spiega la docente Francesca Deziil materiale estratto dal terreno, che può essere visto come una vera e propria risorsa, non viene più portato in una discarica come succedeva in passato, ma se compatibile con l’ambiente può essere riutilizzato per ottenere una serie di vantaggi in termini principalmente economici e di sostenibilità. Se il terreno è roccioso – prosegue l’accademica – il materiale può essere lavorato e impiegato per sottofondi stradali oppure materiali da costruzione. Ciò vale anche per l’argilla, che può essere coinvolta negli interventi di impermeabilizzazione di invasi o discariche. Oppure la sabbia. Chi scava, insomma, saprà cosa troverà e come riutilizzarlo in maniera virtuosa”.

Una prospettiva, questa, approfondita il 14 dicembre scorso nella sede universitaria del World Trade Center di Dogana, dove il seminario “Ingegneria per la sostenibilità – dai progetti di ricerca alle attuali applicazioni pratiche” ha coinvolto fra gli altri Giacomo Zaccanti dell’Agenzia Prevenzione Ambiente Energia Emilia – Romagna e Francesca Chirivì, consulente marketing e mentore in sostenibilità.
In cattedra inoltre diversi docenti dell’Ateneo sammarinese e accademici coinvolti nella ricerca: oltre a Dezi sono intervenuti Alessandro Merli, Alex Balzi, Andrea Grilli, Belen Giacomone e Michele Bacciocchi.

Davanti a una platea principalmente composta da professionisti e studenti, oltre alla mappa sono stati illustrati un progetto per la riqualificazione del percorso ciclopedonale lungo il fiume Conca con l’impiego di materiali ecosostenibili e una sperimentazione sul riutilizzo di rifiuti provenienti dalle demolizioni, condotta a San Marino: “Le nostre analisi – spiega a proposito Bacciocchi – hanno confermato che le macerie derivate per esempio da un edificio possono essere lavorate e impiegate per del nuovo calcestruzzo o altri materiali. Si ottengono così notevoli vantaggi, fra i quali l’eliminazione degli spazi altrimenti occupati nelle discariche, nonché un risparmio nei trasporti e nelle risorse che così non vengono prese dalle cave, ma derivano appunto dalle demolizioni”.

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