San Marino Oggi: Ringraziato per “l’onestà intellettuale” l’ex presidente Bcsm Antonio Valentini / Black list, dall’Agenzia delle Entrate aperture al Titano / Lasciano ben sperare le dichiarazioni di Magistro al convegno di Pavia
“La permanenza di San Marino
nella black list italiana non è più
giustificato, almeno dal nostro
punto di vista”. A dirlo è stato
Luigi Magistro, Direttore centrale
accertamento dell’Agenzia
delle Entrate. Un importante riconoscimento
quindi alla strada
intrapresa dal Titano sulla strada
della trasparenza. Magistro è
intervenuto al convegno organizzato
dall’Università di Pavia
assieme all’ordine dei commercialisti
e grazie alla Kpmg, dal
titolo “Fiscalità internazionale:
rapporto tra imprese italiane e
soggetti residenti black list”.
Al convegno, come abbiamo già
ricordato, erano presenti anche
il segretario alle Finanze Pasquale
Valentini, l’ex segretario
agli Esteri Fiorenzo Stolfi e l’ex
presidente di Banca Centrale e
attuale presidente della Fondazione
San Marino 2020 Antonio
Valentini.
[…]
Valentini ha ricordato
che “la Repubblica di San
Marino non è mai rientrata nella
categoria dei paesi a fiscalità
molto bassa o inesistente” e che
il Titano non ha “abusato di un fisco
troppo leggero (24%), come
molti altri piccoli Stati privi di risorse
proprie”, ma “ha cercato
di attrarre capitali ed investitori
stranieri facendo
leva sulla
riservatezza abbinata
ad una
tassazione non
asfissiante” .
Poi ci fu Visco
che nel 1999,
col decreto 4
maggio “introdusse
la black
list delle persone
fisiche comprendente
una
serie di Stati e
territori aventi un regime fiscale
privilegiato, San Marino ha suo
malgrado iniziato a confrontarsi
direttamente con questo termine.
[…]
Quindi
quello forse era “primo forte
avvertimento circa la necessità
di avviare un percorso virtuoso
sullo scambio d’informazioni” e
San Marino “lavorò per arginare
quei fenomeni”, ma le azioni
non furono sufficienti “a colmare
il gap esistente, specie a seguito
dell’accelerazione nell’evoluzione
normativa internazionale
post l’11 settembre”.
“L’errore
sammarinese – ha riconosciuto
Valentini – fu quello di non capire
che senza accordi, o con gli
accordi in vigore troppo datati,
la proliferazione degli strumenti
giuridici e le loro interrelazioni,
avrebbero ampliato le aree
di contenzioso sulla sovranità
fiscale, sulle pretese impositive,
sulla concorrenza fiscale”
[…]
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