San Marino a rischio di tracollo economico

San Marino a rischio di tracollo economico

Lo scorso anno il disavanzo pubblico è stato di 40 milioni di euro. I 43 milioni di perdita preventivati per il 2010, per bocca del Segretario di Stato per le Finanze, saranno molti di più, probabilmente il doppio. Inoltre, sul bilancio previsionale 2011 si sta stimando una diminuzione delle entrate di circa il 30%.

Sommando il disavanzo del 2009 e del 2010, più quello previsto per il 2011, alla fine del prossimo anno potremmo avere una perdita secca di quasi 300 milioni di euro, che corrisponde a circa metà del bilancio annuale dello Stato, il quale ammonta a circa 600 milioni. Questo deficit equivale a circa un quarto del PIL calcolato nel 2008, che è stato di 1.200 milioni (il PIL degli ultimi due anni, i cui dati non sono ancora disponibili, sicuramente è calato, quindi l’incidenza del deficit è ancora maggiore).

Vista questa tendenza dei conti pubblici, già con l’esercizio 2012 lo Stato di San Marino rischia il tracollo. È del tutto inutile che le autorità politiche si limitino ad annunciare le cifre del deficit. Non basta indicare il male, bisogna anche prescrivere la cura. È ora di cominciare a prefigurare le politiche attive per evitare questo scenario catastrofico. Ulteriori ritardi potrebbero avere conseguenze fatali e irreparabili.

La prima necessità per incamerare nuove risorse, è una riforma tributaria equa che accerti i redditi delle categorie di lavoratori autonomi, rispetto a cui nei giorni scorsi la CSU ha reso noto alcuni dati molto significativi. Inoltre, occorre giungere al completamento della riforma del catasto, per classificare gli immobili secondo criteri attuali e sulla base della loro reale tipologia e valore patrimoniale, per poi applicare una tassazione adeguata, in particolare sulle grandi concentrazioni immobiliari.

Occorre impostare fin da ora un nuovo modello di sviluppo basato sull’economia reale e ad alto valore aggiunto, sullo sviluppo e riqualificazione del turismo, del commercio e dei servizi, sulla creazione di una efficace e moderna rete infrastrutturale e tecnologica, con il settore bancario che faccia da supporto a tutto il sistema, e non sia invece un elemento che crea difficoltà al paese.

In sostanza vanno rapidamente create le condizioni per attirare nuovi e significativi investimenti produttivi a San Marino, un paese dal quale diverse aziende se ne vanno, sia perché sono venuti a meno alcuni elementi che in passato sono stati incentivanti, sia per gli effetti del contenzioso in corso con l’Italia.

In tal senso, per implementare un nuovo sistema economico, sono necessari investimenti pubblici, che determinerebbero un indebitamento in questo caso virtuoso, perché avrebbe un ritorno importante in termini di sviluppo e nuovi posti di lavoro. Anche l’ingresso negoziato nella UE, va visto come un’opportunità per assicurare al paese, in un contesto di relazioni internazionali più ampie, nuove e vantaggiose possibilità di crescita economica, oltre che sociale e culturale.

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