“Membro del collegio sindacale dell’Aaslp esautorato indebitamente dalla sue funzioni”
Si ipotizzano illegalità: “Segnaleremo la cosa anche nelle sedi preposte. Sarebbe vergognoso se fosse stato allontanato perché ha tenuto posizioni scomode ”
Antonio Fabbri
Il caso presenta profili discutibili e potrebbe avere anche risvolti legali non di poco conto, considerato che sarebbe stato impedito al membro di un organismo di una azienda di Stato di prendere parte alle riunioni dell’ente di cui è membro, di fatto ostacolandolo dell’esercitare il proprio dovere di ufficio.
Il caso è emerso nello scorso Ufficio di presidenza del Consiglio grande e generale della scorsa settimana, evidenziato in quella sede dal capogruppo di Repubblica futura Nicola Renzi, dopo che in Udp è arrivata della documentazione sull’accaduto. Ieri è stato tirato fuori nuovamente anche nella seduta del Consiglio, nel comma comunicazioni, dal consigliere di Libera, Matteo Ciacci.
Che cosa è accaduto? Uno dei sindaci revisori dell’Aaslp è andato in pensione dalla sua attività professionale di commercialista. A quel punto si è informato per capire se, in funzione della legge che regolamenta l’Azienda dei servizi, visto il pensionamento anche il suo incarico quale sindaco revisore dovesse cessare.
Lo stesso Collegio sindacale dell’Aaslp, ha sollecitato il Cda dell’Azienda ed è stato chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato. La documentazione di tali richieste è agli atti dell’Ufficio di presidenza. La risposta dall’Avvocatura dello Stato è arrivata. I legali dello Stato hanno richiamato la legge 88 del 1980, quella che regola l’Azienda, evidenziando che non prevede la decadenza del sindaco nel caso specifico, cioè di pensionamento dalla sua attività professionale. Quindi il membro in questione, non solo poteva, ma doveva continuare la sua funzione, tanto più che i membri degli organismi delle aziende di Stato vengono nominati dal Consiglio Grande e Generale. Ma che cosa è successo, che il membro del collegio sindacale è stato di fatto estromesso arbitrariamente dalla sue funzioni.
“Da più di due mesi e mezzo – ha detto infatti Matteo Ciacci ieri nel suo intervento in consiglio – non viene più convocato né minimamente coinvolto nell’ambito del Collegio sindacale, pur avendo, lo afferma anche l’Avvocatura dello Stato, tutta la possibilità di poter partecipare perché i requisiti non sono assolutamente venuti a mancare. Quindi con un atteggiamento sostanziale si è completamente esautorato dalle sue funzioni, così a noi risulta, un membro del collegio sindacale che ha tutte le facoltà e possibilità di poter agire e soprattutto di poter controllare quell’organismo, il consiglio di amministrazione, che deve avere la possibilità di poter agire in autonomia, senza pressioni politiche, senza la presenza costante del Segretario al Territorio che invece ci risulta essere sempre presente, mentre il membro del collegio sindacale non solo non può presenziare, non può nemmeno avere i verbali e in ultimo a noi risulta che non venga nemmeno più convocato. Per quale ragione? – chiede Ciacci – E’ una ragione politica? Perché da un punto di vista di forma e di applicazione delle norme, anche l’Avvocatura dello Stato ha chiarito che non c’era alcun elemento ostativo alla partecipazione di questo membro al Collegio sindacale”. Noi riteniamo di dover sottolineare questa vicenda, lo faremo anche e lo valuteremo nelle sedi più opportune, perché pensiamo che in questo paese non possa continuare ad esserci il giochino che, siccome magari quel membro del Collegio sindacale ha tenuto posizioni scomode, bisogna trovare qualsiasi pretesto per allontanarlo. Questo sarebbe vergognoso e noi continueremo a denunciare questa vicenda”, conclude Ciacci.