Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino titola: “San Marino non accetta il piu’ recente standard ocse” / Sottosegretario Cesario: Mancano trasparenza e scambio informazioni
Non solo la questione frontalieri ha avuto un impulso chiaro e unanime in Commissione esteri alla Camera, con una presa di posizione netta contro quella che è stata definita una “tassa etnica” dagli stessi proponenti la risoluzione approvata. Ma il resoconto stenografico della riunione di Commissione fa scricchiolare anche i proclami sulla trasparenza che un giorno sì e un giorno no vengono fatti dal governo sammarinese.
E se la risoluzione approvata porterà il governo italiano a compiere atti formali che possono andare dalla convocazione dell’ambasciatore di San Marino ad atti più forti, quanto sostenuto dal sottosegretario all’economia Bruno Cesario è ancora una chiara indicazione di come la pensano oltre confine e indica quello che San Marino deve fare se vuole quella firma con l’ingombrante vicino.
Non solo.
Attesta anche come i proclami sull’adeguatezza agli standard Ocse non sono creduti, anche se sull’adeguamento a quelli del 2005 il governo ha trovato il favore dell’Anis.
Ma se San Marino è in ritardo su quegli standard mentre se ne stanno discutendo nella comunità internazionale nuovi e più efficaci, c’è il rischio che si accumuli ritardo su ritardo. Tanto più che parlando di nuovi criteri di trasparenza il sottosegretario Cesario dice che San Marino non accetta di adeguarsi. Se sia effettivamente così è al momento marginale a fronte del fatto che dal Ministero dell’economia è così che la pensano.
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