San Marino. Antonio Fabbri: Centrale Rischi, i motivi per cui tarda

San Marino. Antonio Fabbri: Centrale Rischi, i motivi per cui tarda

 

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Centrale Rischi, ecco perché tarda. Intanto Asdico sollecita, ma travisa / Si è deciso per una modifica della Cr per renderla più rispettosa della sovranità. Prima il flusso dei dati era univoco verso Bankitalia senza una centrale sammarinese

SAN MARINO. Su queste pagine è dal 2012 (l’informazione dell’8 luglio 2012) che si parla compiutamente di crediti deteriorati.

Poi, giusto per fissare delle tappe, se ne riparlò quando nell’ambito dell’operazione Titano l’indagato Agostinelli dichiarò che c’erano “Duecento milioni di euro di prestiti concessi dalle banche a Fincapital in cambio di nulla” (l’informazione 15 aprile 2013). Se ne riparlò nel 2014: “I prestiti non performing hanno minato il sistema bancario” era l’eloquente titolo (l’informazione 19 febbraio 2014). Saltando qualche tappa si arriva al gennaio di quest’anno quando si ribadiva: “Tra i problemi del sistema bancario- finanziario i crediti nonperforming” (l’informazione del 25 gennaio 2016).

La lamentela di qualche mese fa era: “Come mai nessuno parla degli Npl?” Domanda fuorviante, visto sopra… ma piano piano, anche sulle piazze virtuali, hanno cominciato a parlarne tutti. Tant’è che oggi se ne “accorgono” pure Abs (a lato) e Asdico. Risolto il fatto che di Npl se ne è cominciato a parlare, è venuta fuori la seconda domanda: “Come mai non si fa una ricognizione dei crediti deteriorati?” Banca Centrale ha ufficialmente comunicato che avrebbe dato il via all’Aqr, quando c’era per contro chi aveva già in animo di fare una bella bad bank dove eclissarli tutti quei crediti, ma c’era pure chi era pronto a gestirli, come scritto da Stefano Elli sul Sole24Ore (Match in corso sul Titano / Dietro la partita sugli Npl di San Marino è in corso una battaglia interna per il potere finanziario – 27-08-2016).

Assodato, in seguito, che si sarebbe fatto l’Aqr, è venuta fuori l’altra domanda: “Come mai è stata sospesa la centrale dei rischi?”

La risposta anche a questa domanda, negli ambienti politici, si conosce, anche se c’è chi fa finta di nulla. Infatti, va detto che l’attuazione della centrale rischi non è stata sospesa, ma dai nuovi vertici è stata richiesta una modifica e integrazione.

La richiesta fatta ai tecnici che se ne occupano, che è anche motivo dello slittamento dei tempi, è di questo tenore: “La Centrale rischi deve caratterizzarsi per la capacità di scambiare propri dati con quelli della Banca d’Italia. La realizzazione iniziale veniva prevista in senso unitario, e senza distinzione della componente preposta allo scambio con l’Italia.

Quindi nel corso della realizzazione della Centrale rischi è emersa la necessità di dividere la componente sammarinese dalla componente di scambio con Banca d’Italia.

Queste modifiche risultano utili proprio a ridefinire il piano di realizzazione secondo questo mutato scenario, inserendo una doppia componente”.

In soldoni: prima la centrale rischi era una sola ed era in Banca d’Italia, dove venivano fatti confluire i dati sammarinesi.
Con la modifica richiesta ci sarà una centrale rischi sammarinese che scambierà reciprocamente le informazioni con quella italiana, salvaguardando così anche la sovranità
di San Marino nell’interscambio di dati nel settore bancario e finanziario.

Ancora più specificamente: con la nuova impostazione c’è una centrale rischi gestita da Banca centrale di San Marino che dialoga con la centrale rischi di Banca d’Italia e viceversa. Con la precedente impostazione, invece, la centrale rischi presso Banca d’Italia avrebbe trattato anche i dati di San Marino.

A quanto si sa, anche su questo tema ci sarebbero stati recentemente contatti tra il presidente di Bcsm Grais e il governatore di Bankitalia Visco, il quale non avrebbe sollevato obiezioni a questa modifica.

Sulla tempistica della centrale rischi, tra l’altro, c’è qualche risposta anche nella miscellanea del regolamento in consultazione sul sito di Bcsm.

Se lo è andato a leggere pure l’Asdico, l’Associazione consumatori della Cdls, che però, forse un po’ ha travisato quello che c’è scritto nel regolamento, e sostiene
che non siano certi i tempi per la realizzazione della Centrale rischi.

In realtà i tempi in quel regolamento appaiono delineati, posto che l’Aqr non potrà durare all’infinito. Si legge dal nuovo regolamento che riguarda i soggetti vigilati: “Fatto salvo quanto previsto al terzo capoverso del paragrafo 1.3, ai fini di concludere l’analisi di impatto in esito al generale processo di asset quality review sugli attivi delle
banche prima della diffusione dei dati da parte della CR (Centrale rischi, ndr.), i flussi di ritorno (…)saranno resi disponibili a decorrere dalla rilevazione di cui al paragrafo n. 2.4 riferita alla fine del primo mese successivo a quello in cui Banca Centrale invierà comunicazione ad ogni intermediario partecipante della conclusione del summenzionato
processo”.

In sostanza man mano che terminerà la ricognizione di ciascuna banca (Aqr), Bcsm invierà comunicazione al soggetto interessato che, alla fine del primo mese successivo, inizierà a scambiare informazioni con la centrale rischi.

Nonostante questo l’Asdico teme che sia “a rischio la centrale dei rischi” e con una propria lettera inviata alla Vigilanza Regolamentare di Bcsm chiede la cancellazione di quel disposto e ribadisce con forza la necessità dell’avvio immediato della “Centrale dei Rischi” .

Va detto, però, che proprio l’Asdico nel 2009 chiedeva “la creazione di una ‘centrale dei rischi’, gestita dalla Banca Centrale”, che a quanto pare è proprio quello a cui mira la richiesta di modifica della precedente impostazione fatta dai nuovi vertici di Bcsm.

Nella conclusione della sua presa di posizione, poi, Asdico parla come i tre Segretari di stato del Ccr, che si sono esposti con un comunicato nei giorni scorsi, in barba a Capicchioni che aveva chiesto di abbassare i toni.

“L’Asdico ritiene inoltre che tutte le decisioni legate al mondo bancario, finanziario ed assicurativo che hanno una rilevanza strategica, con evidenti impatti nella politica economica per il nostro Paese, quali ad esempio la sospensione dell’avvio della Centrale dei Rischi e la eventuale AQR – Asset Quality Review, debbano essere prese esclusivamente nell’ambito del CCR – Comitato per il Credito ed il Risparmio” .

 

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