San Marino. Appello ai nuovi consiglieri. I verbali.

San Marino. Appello ai nuovi consiglieri. I  verbali.

Nella Repubblica di San Marino le elezioni di domenica scorsa hanno  prodotto una vera rivoluzione tanto che potrebbero risentirne anche quei poteri forti, che, visto l’andamento della campagna elettorale, avevano messo in conto che non avrebbero trovato ostacoli nel continuare a sfruttare la sovranità sammarinese nel loro esclusivo interesse.

Arrivano in Consiglio forze nuove, moltissimi consiglieri nuovi.

Davvero esistono le condizioni per cambiare il mondo politico sammarinese.

Intanto si avrebbe bisogno (come sollecitato più volte a inizio legislatura, 2008, 2006)  che almeno uno di questi 20 consiglieri – ma perché non tutti venti? – chiedesse il ripristino della stesura dei verbali delle sedute consiliari, per quella trasparenza negli atti politici  richiamata  da un di questi, Luca Santolini:   “Trasparenza vista come disponibilità, ma soprattutto come fruibilità dei dati e
dei documenti da parte di qualunque cittadino, in maniera da incentivare la
popolazione a quella normale attività di controllo che è una delle basi profonde
della democrazia rappresentativa di cui tanto ci fregiamo
“.

La richiesta la si può formulare per ciascuno di questi 20 consiglieri negli stessi termini con cui, nel 2000,  era stata sottoposta all’attenzione di Francesca Michelotti quando assunse la carica di Segretario di Stato per gli Affari Interni. 

Francesca,

ancor prima dell’insediamento, sono a chiederti qualcosa: che si riprenda la stesura dei verbali del Consiglio. Sono state presentate due Istanze d’Arengo:  una approvata,  l’altra respinta. In sostanza nulla. Da una ventina d’anni la serie dei verbali del Consiglio, che inizia dal Cinquecento, è stata interrotta e non più ripresa. Ci sono, si dice, le registrazioni. Tutte? Per intero? Quando si comincerà a recuperarle?

Ti sto chiedendo un gesto di trasparenza che faccia ricominciare ad avvicinare il Palazzo alla gente, invertendo la tendenza che – in una ventina d’anni? – lo ha reso esclusivo dominio della oligarchia dei partiti.

Nel 1906 la tribuna del Consiglio è stata aperta al pubblico, per le sedute pubbliche. Oggi, nel 2000, le sedute pubbliche ancora non vengono trasmesse per intero nemmeno per radio, quando invece ciascuno da casa potrebbe seguirle per televisione. Insomma siamo regrediti… (continua a leggere la lettera a Francesca Michelotti)

I verbali delle sedute, digitalizzati, si deve poterli consultare via internet come è ormai normale in un qualsiasi paese normale.

 

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