Jeffrey Zani, La Tribuna Sammarinese: Gli agenti sono in allerta dal 2005, quando hanno creato il database in cui viene inserito chi ha avuto almeno tre sinistri / Falsi incidenti e truffe alle assicurazioni, 350 persone monitorate sul Titano dalla Polizia civile
L’elenco dei sospetti Il problema
non sfugge alla Polizia
civile, che ha attivato
“dal 2005 un database,
composto attualmente da
circa 350 nominativi, all’interno
del quale viene inserito
chi ha avuto almeno
tre incidenti in Repubblica”,
spiega l’ufficiale Amedeo
Paganelli. Così, quando
una delle persone inserite
nella lista dei sospetti
viene coinvolta in un incidente,
gli agenti effettuano
i dovuti controlli. E, se
la ‘puzza di bruciato’ resta,
lanciano l’allarme: “Siamo
in collegamento con il pronto
soccorso, quando verifichiamo
che l’incidente può
essere fasullo li avvertiamo
in modo che facciano pagare
le spese mediche e stabiliscano
il minor numero
di giorni possibile di refertazione”.
Come scoprire la truffa Ma
come si smascherano gli incidenti
truffa? “E’ un fenomeno
che si trasforma, gli
interessati cercano sempre
stratagemmi più raffinati.
Ma comunque ci sono delle
costanti”, prosegue l’ufficiale
della Polizia civile.
“Per esempio possono essere
coinvolte quattro persone
per ogni macchina, e
ognuna di loro lamenta di
essersi fatta male”. Vanno
poi considerati elementi come
“i danni. le tracce delle
frenate, la tipologia della
manovra compiuta e le
dichiarazioni dei soggetti
coinvolti. Che sono, per lo
più, italiani”.
Paganelli ricorda le caratteristiche
di una delle ‘bande’:
“Le stesse persone che
ci trovavamo davanti erano
state coinvolte in altri incidenti,
ma diversi. Due persone
in un sinistro, le altre
due in un’altro. Anche l’auto
era stata già inserita nei
nostri archivi”.
Le vittime preferite Oltre
agli incidenti combinati ci
sono i casi in cui la ‘banda’
cerca di farsi centrare dal
malcapitato di turno: “Per
esempio percorrono la superstrada,
rallentano di
fronte a un sammarinese,
magari anziano e distratto,
inchiodano di colpo e si
fanno tamponare. Poi vanno
all’ospedale, chiedono le
cure e dicono di aver patito
un danno biologico”.
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