San Marino. Bando per infrastrutture va a vuoto

San Marino. Bando per infrastrutture va a vuoto

Flop del bando per infrastrutture, nessuno ha versato i 50 milioni

Meno di un mese fa il governo ha comunicato che c’erano due manifestazioni di interesse nell’ambito del bando per i progetti di infrastrutture pubbliche legate al settore turistico-commerciale in particolare nel centro storico. “Il bando internazionale per la manifestazione di interesse – proposte di investimento in infrastrutture pubbliche strategiche e prioritarie con particolare riferimento al settore turistico-commerciale ha previsto anche, come condizione indispensabile per la partecipazione alla successiva fase di valutazione da parte del Congresso di Stato, il deposito in istituti di credito sammarinesi di 50 milioni di euro o, in caso di proposte di investimento relative a singole opere e infrastrutture, un deposito pari al costo di realizzazione presunto dell’investimento infrastrutturale proposto. Il Congresso di Stato informa che delibererà in merito alle manifestazioni di interesse ricevute, conforme mente alle condizioni stabilite dal bando, entro la data prevista del prossimo 15 dicembre”.

Così la nota dell’esecutivo del 20 novembre scorso. Fino ad ora nulla si era saputo sulla decisione circa quel bando. Ieri, durante il Consiglio Grande e Generale, nella discussione di un emendamento alla legge presentato da Libera e che prevedeva di sottoporre a referendum la cessione delle aree di pregio previste dal bando per le infrastrutture, il consigliere di LiberaGiuseppe Morganti, ha rilevato che entro il 15 dicembre si sarebbe dovuto conoscere l’esito del bando sulle infrastrutture del centro. 

 Di seguito il consigliere di Rf, Nicola Renzi, ha sottolineato che, se quel bando si fosse perfezionato, il sistema bancario avrebbe dovuto registrare 100milioni di euro di raccolta in più.

A quel punto, incidentalmente quindi, il segretario Stefano Canti, ha dovuto chiarire e rendere noto che le manifestazioni di interesse ci sono state, ma tali sono rimaste e il bando è andato a vuoto. Infatti non c’è stato il versamento dei famigerati 50 milioni di euro che erano condizione necessaria per il perfezionamento dell’assegnazione del bando che, di conseguenza, è rimasto lettera morta.

Soddisfazione del consigliere Morganti, che ha ritirato l’emendamento accogliendo questa come una notizia positiva: “Una grande notizia, nessuno si è comprato San Marino”, ha detto, anche perché Libera si era detta pronta a un referendum per contrastare il bando.

Se da un lato la notizia è accolta con favore, potrebbe però rivelarsi anche negativa. In primo luogo perché la proposta di investimenti infrastrutturali a San Marino, ancorché accompagnata dalla cessione al privato inveatitore di aree di pregio, non pare essere così appetibile come si pensa.

In secondo luogo perché il flop del bando potrebbe portare ad abbassare la soglia delle condizioni o a fare diventare quello stesso bando e il suo conseguente naufragio, la foglia di fico di un tentativo dietro il quale, poi, nascondere una eventuale assegnazione discrezionale.

Si vedrà se quell della cessione delle aree di pregio dello stato a privati sarà ancora una strada che l’esecutivo intende battere e in che termini.  

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