San Marino Bene Comune va sotto sull’aumento dell’imposta sui servizi: bocciato 27 contro 25 e un astenuto

San Marino Bene Comune va sotto sull’aumento dell’imposta sui servizi: bocciato 27 contro 25 e un astenuto

La coalizione di Governo, San Marino Bene Comune, questa notte, in Consiglio,  è ‘andata sotto‘  sull’aumento della tassa sui servizi.  E’ l’una e mezza di notte quando sono approvati gli emendamenti di Cittadinanza attiva (Sinistra Unita e Civico 10), Partito Socialista e Rete per abrogare l’aumento al 4% della tassa sui servizi. Con 27 voti a favore, 25 contrari e un astenuto, la maggioranza va sotto e non porta a casa l’articolo 48 della Legge di Bilancio “Imposta complementare sui servizi”.

Sintesi SMNA del dibattito

Andrea Zafferani, C10: “E’ un imposta che non funziona, si percepisce un quinto di quanto stimato, è imposta che viene evasa. In questa situazione aumentarla non ha molto senso. Noi presentiamo un emendamento abrogativo. Se arriverà l’Iva ci confronteremo, al momento siamo con un altro regime. Su quei pochi che hanno rispettato le norme, vi pregherei di non caricare ulteriori balzelli e di trovare invece il modo di far pagare chi non lo fa”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Non posso far altro che ricordare che siete andati sulla stampa a presentare una finanziaria che non aumenta le tasse, invece questa è una tassa che aumenta e oltretutto che non funziona. Non ha da esistere questo articolo, né per gli introiti, né in favore delle aziende. Un intervento coraggioso sarebbe stato piuttosto diminuirla, dimezzarla. Auspico il segretario ritiri questo articolo perché non ce n’è bisogno”.
Paride Andreoli, Ps: “Anche il Ps presenta un emendamento abrogativo all’imposta complementare sui servizi. E’ inopportuno aumentarla dal 3 al 4%, significa ancora una volta mettere a carico dell’utente ulteriore tassazione. Tenendo conto 150 mila euro è la cifra irrisoria messa a bilancio per questa maggiorazione. Piano piano con l’introduzione dell’Iva ci stiamo avvicinando a forme di tassazione a noi vicine”.
Marco Podeschi, Upr: “Do lettura del nostro emendamento ‘Dal decorrere del gennaio 2016 l’imposta generale sui servizi è abrogata’. Il nostro emendamento va ancora più avanti rispetto all’articolo del congresso e agli emendamenti dell’opposizione. Proponiamo di abolire una tassa inutile che non ha raggiunto gli obiettivi. L’aumento dell’1% porterà qualche spicciolo in più, noi proponiamo di abrogarla e non pensiamo che ci saranno chissà quali effetti, sarà superata nei prossimi mesi all’Igc e così avviciniamo il passaggio inevitabile”.
Gian Nicola Berti, Ns: “Segretario, lei conosce la nostra posizione. Noi non sosterremo la richiesta di abrograzione, ma vorremmo fare una lezione di etica. E’ vero che questo può essere un primo passaggio verso l’Iva ma la differenza è marcata. Lo dimostra la raccolta avuta da questa imposta. Sarebbe stata maggiore se fosse stata simile all’Iva. Evitiamo la similitudine. Mi preoccupano due fattori. Il gettito ci dice che sono in pochi a pagarla, la seconda che sono tanti ad evaderla. Forse dobbiamo migliorare i controlli. Ma sono piuttosto complicati. Questa è una delle tipiche imposte che hanno alimentato l’evasione fiscale. Abrogare la norma è sbagliato. Ma se dobbiamo avere effetti deleteri è ancora peggio. Cerchiamo di incentivare comportamenti virtuosi e facciamo vedere a chi l’ha pagata che andiamo a prendere chi non l’ha pagata”.
Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs: “Mi trovo in perfetta sintonia con il collega Berti. Penso che un ripensamento vada fatto sull’aumento al 4% in particolare in questo momento di crisi di consumi. Terrei conto delle 1.300 firme di Unas e dei comunicati congiunti della categorie. Le chiedo la possibilità di ritirare questo articolo”.
Gian Carlo Capicchioni, segretario di Stato: “L’articolo 48 ha sollevato tanti problemi nell’opinione pubblica, il che è comprensibile se si parla di aumento di imposte, anche lieve. Non è stato fatto per avere nuovi introiti per lo Stato. E’ un’imposta in continuo aumento e per il 2015 arriveremo a un gettito che neanche ci aspettavamo e forse lo dobbiamo all’uso della Smac. Vorrei capire come questo incremento porti ad evadere. Si dice che questa è l’imposta più evasa ma qualcuno ha sbagliato i calcoli e ha derogato all’inizio, questo è il perché l’incasso è stato inferiore all’inizio. Le difficoltà sui controlli non esistono solo su questa imposta ma su tutte, perché l’ufficio tributario non è stato potenziato anni fa. In questo Paese si parla di competitività e che l’aumento dell’1% possa mettere in crisi comparti: siamo lontanissimi dalla realtà. Non vogliamo fare ulteriore cassa, è un percorso che nasce da più lontano. Dobbiamo andare in quella direzione se vogliamo interfacciarci all’esterno e passare al regime Iva di cui questa è una tappa di avvicinamento”.

 Vedi riferimento SMNA sull’intero dibattito seduta notturna

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