San Marino. Bianchini

San Marino. Bianchini

Il Resto del Carlino San Marino

Truffarono Bianchini, alla sbarra i collaboratori

Minacce ed estorsione da dieci milioni di euro ai danni del noto imprenditore

 

TRADITO e raggirato dai suoi stessi più stretti collaboratori per dieci milioni di euro. Stavolta la parte offesa del procedimento penale è lui, Marco Bianchini, l’ex re della carta. Proprio ieri mattina il giudice delle indagini preliminari, Ardigò, ha deciso di rinviare a giudizio Giovanni Pierani, Vincenzo Carmelo Ascone e Riccardo Ricciardi per associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Ricciardi (che è difeso dall’avvocato Piero Ippoliti) dovrà rispondere anche di estorsione. Il processo inizierà il prossimo 14 luglio.

UNA VICENDA incredibile quella di cui è rimasto vittima Bianchini e che nel 2014 aveva portato all’arresto di ben 27 persone ed a svelare la fitta rete di interessi sull’asse San Marino-Italia. Stando alle indagini, due dei più stretti collaboratori di Bianchini, Riccardo Ricciardi e Giovanni Pierani (coinvolti con lo stesso Bianchini nell’inchiesta Criminal Minds) avrebbero ideato una truffa milionaria ai danni dell’imprenditore sammarinese. In pratica all’ex re della carta avrebbero sottratto rilevantissime quantità di materiale, molto probabilmente rivenduto in nero, inscenando falsi accordi commerciali. Quando Bianchini aveva chiesto spiegazioni, gli era stata palesata la possibilità di entrare in una associazione segreta denominata «Cavalieri di Malta» che avrebbe risolto, grazie alle loro conoscenze altolocate con forze dell’ordine e magistrati, tutti i problemi di Bianchini e della sua azienda. Ovviamente dietro a lauti compensi in denaro. Era stata messa in scena anche una cerimonia di battesimo del Bianchini come membro di questa fantomatica associazione segreta. Ma erano solo scuse per spillare denaro all’imprenditore sammarinese, ossia la bellezza di 3milioni e 700mila euro. E quando Bianchini, stanco di versare montagne e montagne di euro, si era rifiutato di sborsare altre centinaia di euro, Ricciardi avrebbe anche messo in atto un’autentica estorsione con tanto di email di minacce econ lancio di bombe moltov contro l’abitazione dello stesso imprenditore. E tutto questo era emerso durante l’attività investigativa del 2010. Tutte accuse che gli imputati respingono con forza. Ieri è andato in scena il rinvio a giudizio. Il 14 luglio si aprirà il processo a carico dei tre.

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