Il titolo irredimibile colpisce ancora. BNS sarà coperta con debito dello Stato
L’acquisizione sarà fatta entro il 30 giugno, e prevedrà l’emissione di questo particolare tipo di titolo già usato per Carisp
Antonio Fabbri
Decretato, è proprio il caso di dirlo, il fallimento della legge sulle risoluzioni bancarie e dell’operazione Banca Nazionale Sammarinese. Doveva servire per massimizzare il recupero degli attivi e la transizione morbida allo Stato per poi sfociare nel veicolo di recupero degli Npl; garantire l’occupazione, mettere al sicuro i fondi pensione in pancia all’ex BancaCis, rimborsare gli obbligazionisti e gravare il meno possibile sullo Stato e, di conseguenza sulla collettività. Il Decreto legge numero 118 adottato ieri, in un caldo venerdì d’inizio estate, certifica che non sarà proprio così e che, di certo, proprio così non è andata finora.
Il licenziamento dei dipendenti è, ad esempio, l’attestazione più evidente, ma è lo stesso provve- dimento normativo a parlare di “criticità”. Il nuovo provvedimento aggiunge complicazioni ad una faccenda già ingarbugliata. Infatti, seppure la mission resti quella del Decreto delegato 126 del luglio 2020, il percorso non pare possa essere così lineare e l’impegno dello Stato, con conseguente ricaduta su tutti i cittadini, sarà molto più pesante, con la messa in circolazione di altri titoli – già in cospicua quantità emessi per superare il 5 ter di Carisp – che rischiano di fare impallidire, per sostanza e sottostante, i famigerati Demeter. Bns, quindi, passerà allo Stato, e questo era previsto; poi trasformazione nella Società di gestione degli attivi e veicolo per il recupero di Npl sulla carta restano, ma la copertura di tutta l’operazione è data dal debito pubblico attraverso i titoli irredimibili. Già la parola “irredimibili” fa in sé capire che la situazione, così pastrocchia- ta, non si risolverà né presto, né in maniera indolore per le casse dello Stato anche se, per la natura del titolo irredimibile stesso, non figurerà a bilancio. L’espediente contabile sta qui. Infatti il Decreto afferma che: “L’emissione dei Titoli irredimibili del debito pubblico di cui al presente articolo non trova registrazione sul bilancio finanziario dello Stato”.
Ora, i titoli irredimibili del debito pubblico saranno emessi nella misura massima di 19milioni di euro. Esattamente il valore nominale delle azioni di Bns, valore che tra l’altro era stato anche messo in dubbio in Consiglio. Comunque i titoli irredimibili del debito pubblico sono dello Stato, ma vengono emessi per suo conto dalla Banca Centrale. Semplificando: lo Stato acquisirà Bns dalla Banca centrale pagandola con dei titoli irredimibili che saranno emessi per conto dello Stato dalla stessa Bcsm che cede Bns. Anche qui torna, dunque, una operazione di alta ingegneria finanziaria. In premessa nel Decreto viene certificato che la cessione deve avvenire entro il 30 giugno e, di fatto, si dice che la legge sulle risoluzioni bancarie non ha funzionato. Si legge infatti che il decreto viene varato per “la necessità di addivenire, entro il 30 giugno 2021, alla cessione di Banca Nazionale Sammarinese (BNS) all’Eccellentissima Camera della Repubblica di San Marino” e che “non è stato possibile, in epoca anteriore, addivenire alla predetta cessione in quanto la procedura di risoluzione di BNS presentava puntualmente forti elementi di criticità che non avrebbero permesso allo Stato, quale nuovo azionista, di poter effettuare scelte ponderate tali da rendere l’operazione di cessione neutra dal punto di vista contabile nonché in termini di impatto prodotto sull’intero sistema finanziario sammarinese”.
In più, il 22 luglio, “risultano in scadenza le relative obbligazioni, il cui rimborso è garantito dallo Stato (…) circostanza che, qualora non assicurata, comporterebbe l’immediata sottoposizione della medesima BNS alla procedura di liqui- dazione coatta amministrativa e il verificarsi dei conseguenti impatti negativi nei confronti dei relativi depositanti e dell’intero sistema finanziario sammarinese”.
Insomma, le obbligazioni si sarebbero dovute coprire con l’attività di Bns, che però non è riuscita a rimborsarle e, quin- di, ricadranno sullo Stato che già, comunque, ne garantiva il rimborso. Il debito pubblico, quindi, continua a lievitare: oltre ai 340 milioni sui mercati, nei primi sei mesi del 2021 si sono aggiunti i 490 milioni circa di titoli irredimibili, espediente per il superamento del cosiddetto 5 ter, per Cassa di Risparmio; a questi si sommano gli ulteriori 19 milioni di titolo irredimibile del debito pubblico fatto per Bns. L’anno è ancora lungo.