Repubblica di San Marino. L’intervento di Salvatore Calleri, Presidente della Fondazione Caponnetto, a
proposito del report non ancora pubblicato, ha aggravato il sospetto di aggiustamenti in corso, che si fatica a conciliare con i principi cui si ispira la Fondazione.
Come giudicare tale intervento? Alla padovana: Xe pèso el tacòn del buso.
L’attacco evidente ad Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino, riceve da questi oggi una puntuale risposta: La nostra testata
giornalistica non ha
montato alcun caso politico,
ha semplicemente
detto cosa c’è scritto in
quella relazione. Se altri
su blog o facebook fanno
illazioni e congetture, si
rivolga a loro se li ritiene
credibili. Noi diamo notizie.
Questo abbiamo fatto
e questo continueremo a
fare. Se una “bozza che
non vale niente” -però
recente perché aggiornata
al giugno 2013- contiene
notizie interessanti,
non si vede perché non
debbano essere fornite ai
sammarinesi.
Fra l’altro è anche capitato che nelle stesse ore in cui Calleri si affannava a modificare il testo per ‘sostenere’ la esclusione di qualche nome, quasi in contemporanea quegli stessi nomi emergevano da indagini di pm italiani, che avrebbero indotto a tutt’altre scelte.
Di certo continua a meravigliare che l’apporto della Caponnetto a sostegno della lotta alle mafie nella Repubblica di San Marino non si sia speso per affrontare ad esempio un caso come quello del forno
Vallefuoco, seguendo invece la consueta linea dei politici, i quali -al solito?- si sono spesi per non fare nulla sia prima
della commissione antimafia sia dopo.
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