A San Marino aveva destato forti reazioni la deposizione a Forlì del capo della vigilanza di Banca Centrale Stefano Caringi, per essersi lì presentato come ‘Uomo di Bankitalia’.
Caringi, fra l’altro, assieme al direttore ed al presidente di Bcsm, Luca Papi ed Antonio Valentini, ha pilotato la vendita di Banca del Titano, dopo che lo Stato aveva coperto –con erogazione a fondo perduto- un buco di 16 milioni di euro. Fu fatta una specie di asta, in cui si guardò non tanto all’ammontare dell’offerta, quanto alla onorabilità e alla professionalità degli acquirenti.
Infine Caringi, Papi, Valentini scelsero personaggi celati dietro il paravento di una o più finanziarie fiduciarie.
Ebbene tali personaggi (collegati a Banca Tercas di Teramo), dopo pochi mesi produssero a loro volta un buco, coperto –direttamente, cioè a quanto pare senza garanzia dello Stato- da Banca Centrale.
Ma c’è dell’altro.
In questi giorni sta emergendo che l’operazione di vendita di Bdt ai suddetti personaggi, è stata messa in opera per aggirare un divieto di Bankitalia di vendere Bdt direttamente a Banca Tercas.
Si aspetta che Caringi, ‘Uomo di Bankitalia’, dica di questo –incredibile- ‘aggiramento’ di Bankitalia, di cui (assieme a Papi e Valentini) verrebbe accusato.
A lanciare il sasso è stato addirittura Francescantonio di Stefano, l’alter ego di Antonio Di Matteo, ex direttore di Banca Tercas.
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