C’è di mezzo la Democrazia
MARINO CECCHETTI – La maggioranza governativa sottovaluta la denuncia di Luca Boschi secondo cui un giudice del nostro tribunale, la dr.ssa Valeria Pierfelici, pur continuando a rimanere giudice, ha agito di fatto come soggetto politico, confezionando lei – alla faccia della democrazia – il governo attuale, scegliendo lei i segretari di Stato. Anche quello alla Giustizia, chiede il solito finto tonto?
Non basta – per venirne fuori – dire che Boschi si è servito della immunità di consigliere per fare uno scoop propagandistico personale. Con Boschi si è schierato Libera, e Repubblica Futura ha proposto una commissione d’inchiesta.
Report di Rai3 potrebbe raffrontare gli scivoloni dei giudici italiani in politica con quanto, secondo Boschi, avvenuto da noi. In Italia sul giudice Luca Palamara (ora cacciato dalla magistratura) ne abbiamo sentite di cotte e di crude, senza che fosse di certo accusato di essersi occupato di chi mettere al ministero della Giustizia.
Eppure, sul caso Boschi-Pierfelici, il pericolo di tipo mediatico è poca cosa rispetto a quello ci può arrivare fra capo e collo da Strasburgo.
A Strasburgo, infatti, siamo nel mirino del Consiglio d’Europa per le sollecitazioni a intervenire recevute dal nostro stesso sistema giudiziario, a motivo di interferenze della politica. Ci è stato imposto – attraverso il GRECO, un organo specifico – di riformulare le norme sull’indipendenza e l’autonomia dei nostri magistrati entro il 31 marzo 2022. Se ne occupa, con dei gruppi di lavoro, il magistrato dirigente prof. Giovanni Canzio. Adesso, però, sul suo tavolo è arrivato il caso Boschi-Pierfelici: una emergenza di assoluta priorità perché – letto a Strasburgo dal Consiglio d’Europa – c’è di mezzo la democrazia in un Paese aderente.
Articolo tratto da L’informazione e pubblicato per intero dopo le 21.
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