San Marino. Coltivare il pensiero ecologico è un’arte

San Marino. Coltivare il pensiero ecologico è un’arte

A cosa serve un Green Festival. Educazione ecologica nelle scuole con gli strumenti dell’arte e del gioco

Venerdì scorso con la classe 1F della Scuola Media di Fonte dell’Ovo di San Marino, si è affrontato il problema dell’inquinamento da plastiche nel mare. A tenere l’incontro Gabriele Geminani patron del Green Festival San Marino – Montefeltro ma anche artista che utilizza nelle sue opere il linguaggio delle cose, in particolare di quelle ritrovate.

Mari ed oceani sono polmoni vitali del nostro pianeta, regolano il clima e sono custodi di biodiversità. La plastica, utilizzata ovunque per la sua versatilità, è difficilmente biodegradabile ed il suo eccessivo accumulo nei mari ed oceani ne sta compromettendo le funzioni e la stessa sopravvivenza.

Senza voler entrare nelle dinamiche di una corretta educazione a un pensiero ecologico con i più giovani, come festival abbiamo da sempre sposato un approccio che utilizza gli strumenti dell’arte e della creatività, e che mette al centro le pratiche cognitive e affettive dello studente.

Sono sempre più consapevole che far breccia nella mente dei nativi digitali sia impresa ardua. Specie dopo la scuola primaria, gli studenti devi portarli fuori dal loro guscio con stratagemmi, effetti scenici, parole chiave…” dice Gabriele Geminiani.

 La narrazione di Geminiani utilizza prevalentemente suggestioni visive, e prende il via con le immagini dell’isola di plastica nel Pacifico per spingersi sugli effetti letali della plastica sugli animali marini. Sono oramai diventate icone di agonia e morte, le tartarughe errabonde intrappolate in sacchetti o reti di plastica, come gli stomaci dei pellicani con all’interno collezioni di oggetti di plastica di tutti i colori.

Si passa quindi a introdurre i concetti del “riuso”, sul quale il festival indugia molto, e del riciclo creativo. Cioè di come realizzare veri e propri personaggi a partire da barattoli di alluminio di pelati o fagioli, servendosi di tappi di bottiglia, viti, bulloni, bottoni, passamaneria, fili da elettricista. Insomma tutti scarti di lavorazione di attività artigiane e casalinghe.

Ma il vero colpo di teatro è alla fine, quando Geminiani toglie il velo alle sue opere portate in classe: dei teatrini in cui a recitare sono meravigliosi relitti ributtati sulla battigia da qualche tempesta invernale, e anche collezioni di oggetti che gli studenti hanno potuto toccare e osservare da vicino.

Alla fine tutti soddisfatti, studenti e insegnanti e anche Geminiani: “Durante i 50 minuti di racconto ho visto spesso tanti studenti distrarsi o perdersi nei propri pensieri, ma quello che non mi sarei mai aspettato sono state le loro domande finali. Non solo erano tante, ma davvero tante, ma erano tutte domande pertinenti per quella che potrebbe essere la più esaustiva delle interviste”.

L’incontro è avvenuto nell’ambito del progetto interdisciplinare “Voce del verbo a-MARE” coordinato dagli insegnanti Daniela Zanotti, Michela Pozzi, Silva Cenci delle classi 1F e 3F. 

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