San Marino. Comites: “la tragedia di Casalpalocco e l’uso distorto dei social devono fare tanto riflettere”

San Marino. Comites: “la tragedia di Casalpalocco e l’uso distorto dei social devono fare tanto riflettere”

Marina Rossi (membro dell’esecutivo del Comites di San Marino) propone una riflessione legata ai tragici eventi di Casal Palocco (Roma).

Questo fatto luttuoso ci mette di fronte alla necessità di compiere delle riflessioni che da un lato investono la sfera dell’etica e della morale, mentre dall’altro ci obbligano a porci delle domande sul potenziale espresso, nel bene e male, da uno strumento capillare e oggi diffusissimo, come appunto i social network. I fatti sono ormai di pubblico dominio. Il 14 giugno scorso il collettivo di youtubers The Borderline è rimasto coinvolto in un incidente stradale in cui è morto Manuel, un bambino di 5 anni. Stando a quanto emerso, gli youtuber stavano realizzando una ‘challenge’ al volante di una Lamborghini presa a noleggio. Nell’effettuare una manovra azzardata a velocità particolarmente sostenuta, l’auto avrebbe travolto una Smart a bordo della quale si trovava la piccola vittima. La prima reazione, di fronte alla cronaca di una vicenda dai contorni paradossali e incomprensibili, è stata naturalmente di assoluto stupore e sgomento. Difficile ricondurre l’episodio entro i confini della razionalità. I dettagli della storia d’altra parte confermano uno scenario di totale mancanza di senso di responsabilità, di imprudenza e avventatezza ai limiti della follia, che hanno determinato una tragedia che poteva tranquillamente essere evitata se gli autori dei video incriminati avessero perlomeno adottato un po’ di buon senso. Resta per noi impossibile comprendere i meccanismi che hanno spinto il collettivo di creator attivi sulla piattaforma YouTube ad agire in quella maniera, con un disinteresse pressoché totale per l’altrui incolumità e per la vita delle altre persone. Alla base di tutto, stando a quanto emerso e stando ai profili dei protagonisti dell’episodio, sembra esserci un desiderio spasmodico di incrementare le visualizzazioni all’interno della piattaforma social, unico metro di giudizio con cui valutare il successo umano e personale delle ragazze e dei ragazzi che hanno deciso di trasformare la passione per i contenuti digitali in una vera e propria professione. Si è così venuta a generare una spirale perversa, nella quale i creator sono portati ad avventurarsi in sfide sempre più estreme e pericolose, mossi dalla voglia di spingersi sempre un po’ più in là, di alzare ancora l’asticella, in una caccia frenetica verso i ‘like’ e il conseguente accumulo di denaro e sponsorizzazioni. I social sono una risorsa senza dubbio preziosa, che hanno notevolmente ampliato e rafforzato le nostre capacità comunicative. Non si può però legittimare un uso indiscriminato, incontrollato. Per questo il richiamo che il Comites San Marino si sente di rivolgere mette al centro il tema dell’educazione. Un’educazione digitale, basata su un utilizzo consapevole e sostenibile di questi strumenti. Un’educazione che si richiami a principi solidi, di buon senso, traslati però anche nella dimensione telematica rappresentata dai social network e dalle piattaforme come YouTube. E’ questo l’appello che il Comites San Marino vuole rivolgere, affinché la tragedia di Casal Palocco non finisca per essere dimenticata ma possa imprimere nella società una svolta concreta e determinare un nuovo approccio alla tecnologia. 

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