San Marino. Commissione di inchiesta, liquidità al Cis

San Marino. Commissione di inchiesta, liquidità al Cis

“Liquidità al Cis, cambiano le banche centrali ma il modus operandi e sempre lo stesso”

Sono le parole del responsabile dell’Internal Audit di Via del Voltone

Il ruolo di Banca centrale 
La relazione della commissione di inchiesta riporta anche una certa inerzia riscontrata in Banca centrale. Emerge infatti che in tutte le Banche Centrali si sono susseguite compagini di funzionari e membri della vigilanza che il Cis – e non solo il Cis ma anche altre banche fin dai tempi di Banca del Titano, quando in Via del Voltone c’erano i vertici tanto osannati – evidentemente hanno preferito non toccarlo. Questo nonostante l’incarico istituzionale ricoperto che avrebbe comportato una assunzione di responsabilità che nessuno, per contro, si è mai voluto assumere. L’Ordine del giorno di maggioranza approvato a seguito della relazione della Commissione di inchiesta, però, censura un po’ tutti i nemici politici, ma questo non lo dice. 

A dirlo chiaramente – lo riporta la relazione che pure non dà il giusto peso a questa testimonianza – è tuttavia il responsabile dell’Internal audit di Banca centrale, esplicitando come anche la Bcsm attuale, non si oppose, nella fase finale, all’erogazione di liquidità ad una banca definita da quella stessa Banca Centrale in stato di conclamata difficoltà. Dice infatti alla Commissione Maurizio Sesta, Direttore dell’Internal Audit di Bcsm (pagina 180): “Emerge un dato: cambiano le Banche centrali ma il modus operandi non cambia e non c’è nessuna interruzione nella concessione di liquidità a CIS nemmeno con i cambi dei vertici delle Banca Centrale”. Moretti e Mazzeo infatti, a quella data, non erano più in Bcsm”, rileva la Commissione, anche se non dice esplicitamente chi c’era in Bcsm in quel periodo, ma è noto, perché c’era già la dirigenza attuale. Poi in altro passaggio (sempre pagina 180) la relazione aggiunge: “Maurizio Sesta, Responsabile di Internal Audit dichiara: “Nella relazione del SOVIG del 18 ottobre a firma di OMISSIS, si legge ‘impossibilità di CIS di fornire garanzie’ e il COOVIG a fronte di questa relazione avrebbe dovuto sospendere la linea di credito! Si sarebbero risparmiati 5 milioni di euro. […] Sulla base di tutto quello che stava venendo fuori, io ho depositato gli accertamenti il 23 ottobre 2018. Gli elementi c’erano per una valutazione attenta. Per me non c’era niente più da capire. Non era bastato cambiare le persone. Definire una liquidazione richiede coraggio politico e onestà intellettuale. Alla fine, si sono ottenuti gli stessi danni che si volevano evitare, però pagando una montagna di soldi”.

I servizi segreti L’ordine del giorno della maggioranza non prende minimamente in considerazione, poi, la vicenda delle dichiarazioni sui servizi segreti della presidente di Banca centrale. La relazione della Commissione di inchiesta parla anche delle dichiarazioni della presidente di Bcsm, Catia Tomasetti, che affermava, davanti ai membri del Congresso di Stato, di avere parlato con il capo dei servizi segreti italiani circa il sistema sammarinese e l’indagine che la riguardava.

Non è dato sapere se la stessa presidente e Bcsm abbiano diffidato anche la Commissione di inchiesta, “dal perseverare nella divulgazione e pubblicazione, direttamente o per riassunto, degli atti, notizie e informazioni contenute nel fascicolo penale in oggetto”, come avevano fatto il 13 agosto con i mezzi di informazione e in particolare con il nostro giornale.

Sta di fatto che nella sua relazione resa pubblica, la Commissione di inchiesta scrive (pagina 48) “dell’incontro del Presidente Tomasetti con i Capitani Reggenti e il CCR e delle sue considerazioni sui Servizi Segreti”. Prosegue la relazione (pagina 209): “Nel corso di quell’incontro, Tomasetti fa un riferimento a sue conoscenze con un generale dei servizi segreti italiani e con alcuni non meglio specificati membri della Commissione Parlamentare Antimafia italiana. A suo dire, lei pone tali contatti come ipotetici, ovvero “cosa ne penserebbero i servizi segreti italiani e l’antimafia se sapesse- ro che …”, facendo chiaramente mostra di considerare le azioni di Buriani come una sorta di ritorsione per l’atteggiamento non più accomodante di BCSM nei confronti di CIS”.

La relazione della Commissione (pagina 210) specifica che viene posto a verbale del Congresso di Stato che nell’incontro con i membri di governo, la presidente Tomasetti ha riferito: “- di aver avuto un colloquio con OMISSIS Direttore del! ‘Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna (AISE) per parlare della situazione di San Marino e del sistema bancario; – Di aver avuto un colloquio con rappresentanti non meglio precisati della Commissione Parlamentare Antimafia italiana sugli stessi argomenti di cui sopra; – Inoltre ha espresso proprie considerazioni ed espresso giudizi sulla parzialità e sulle dubbie finalità del Magistrato che sta seguendo l’istruttoria dell’indagine”.

Ora, Bcsm e la Presidente di Via del Voltone, diffidando tutti dal riportarle, dicevano il 13 agosto 2020 circa le affermazioni sui servizi segreti: “Si è rivelata infondata anche questa seducente teoria di interlocuzioni circa il sistema bancario sammarinese con i servizi segreti di un altro Stato degna di un libro di John Le Carrè”. Tanto infondata non era, se riportata dalla relazione della Commissione di inchiesta, considerata oggi da molti alla stregua delle Sacre Scritture.

Il verbale cambiato e lo scarico delle responsabilità Il prestigio e la remunerazione del ruolo ricoperto non pare corrispondere, però, a una corrispondente e commisurata volontà di assunzione di responsabilità (vedi anche pagina 5) che, sistematicamente, da Via del Voltone si prova a scaricare su altri. Accade due volte da parte della Dirigenza di Bcsm – e la Commissione lo rileva – nella concessione di liquidità al Cis in assenza di condizioni.

Tanto che, va rimarcarto, l’Internal audit di Bcsm, Maurizio Sesta, afferma: “cambiano le Banche centrali ma il modus operandi non cambia e non c’è nessuna interruzione nella concessione di liquidità a CIS nemmeno con i cambi dei vertici della Banca Centrale”. Così prima in un’occasione il vertice di Bcsm scarica la responsabilità della concessione di liquidità al Cis sull’Assemblea dei soci; in una seconda occasione prova a scaricarla sul Ccr, addirittura modificando un verbale del Consiglio direttivo. Il Ccr si rifiuta di assumersi la responsabilità di una decisione che spetta a Banca centrale e anche la verbalizzante di Bcsm si rifiuta di modificare il verbale, dimettendosi per evitare di farlo.

Il rimpallo di responsabilità, e la copertura politica ricercata in più di una occasione dalla Presidente di Bcsm, vengono rilevati dalla Commissione. Si legge a pagina 174: “Va notato che proprio in maggio [2018] si è insediata la nuova presidente di Banca Centrale, Catia Tomasetti. Il CONDIR prende atto della comunicazione del Direttore Generale e delibera il rinnovo del prestito; la Presidente decide però di sottoporre la concessione alla ratifica da parte dell’Assemblea dei soci della Banca Centrale, cosa assai irrituale. In questo modo si ingenera una vera e propria catena che rende incomprensibile di chi sia la responsabilità della decisione. È il COOVIG, il CONDIR, l’Assemblea dei Soci o il CCR- come si vedrà più avanti – a dover decidere sulla concessione di linee di liquidità? Questo pare un continuo rimbalzo di responsabilità al quale fa il paio la richiesta del CONDIR di avere voce in capitolo, salvo poi riversare l’ultima responsabilità su altri”.

Anche su questo l’Odg della maggioranza tace. E tace pure sull’atto gravissimo del verbale cambiato (pagina 178): “Va rilevato che, anche in questa circostanza, come in quella precedente del maggio 2018 in cui – si ricorderà – si tentò di fare ricadere la responsabilità della erogazione del credito a favore del CIS, sull’Assemblea dei soci di BCSM, c’è un esplicito tentativo di fare ricadere la responsabilità ultima dell’erogazione del prestito a CIS sul CCR-CSF.

Infatti, in data 1 agosto è stata inoltrata dalla Presidente Tomasetti una e-mail al SdS Simone Celli nella quale lei comunica che “il Consiglio Direttivo di Banca Centrale in data di ieri, 31/7/2018, ha deliberato un’operazione di sostegno finanziario ad un soggetto vigilato, subordinando tuttavia l’efficacia della delibera alla ratifica da parte del Comitato di Stabilità Finanziaria”. Anche dai verbali del CCR-CSF e dalle testimonianze degli ex Segretari di Stato Zafferani, Renzi, Zanotti, abbiamo potuto rilevare che la richiesta della Presidente facesse proprio riferimento ad una ratifica da parte del CCR-CSF, ma che questo, all’unanimità, si rifiuta di ratificare, specificando che “la posizione dei Segretari di Stato in seno al Comitato va nella esclusiva direzione di prendere atto dell’attività svolta dalla Vigilanza di BCSM che, come riferito, è stata votata dal CONDIR” ritenendo che “i Segretari di Stato non dispongono degli strumenti per addentrarsi nel merito della questione né intendono farlo”.

Vista questa precisa presa di posizione del Ccr , che ovviamente l’Odg di maggioranza non rileva, al vertice di Bcsm che si fa? Si decide di cambiare il verbale del Condir. Atto gravissimo. Tanto che la Commissione non può far finta di nulla e scrive: “E’ nostro dovere rilevare questo episodio anche e soprattutto alla luce di quanto appreso in seguito alle testimonianze avvenute in seno alla Commissione, in particolare quella dell’avv. Maria Teresa Zonzini, segretario verbalizzante durante le sedute del CONDIR all’epoca dei fatti. L’avv. Zonzini riferisce che nella riunione del CONDIR si è parlato di “ratifica” e non di “presa d’atto” e che il motivo per cui nel verbale ufficiale oggi si legge che BCSM ha sottoposto la definitiva approvazione del finanziamento a “comunicazione e presa d’atto” del Comitato di Stabilità Finanziaria, è che il verbale è stato modificato successivamente.

Zonzini riferisce altresì che si sono recati da lei il dott. Ucci e il dott. Alessandrini chiedendole di modificare il verbale in questione e che questo episodio è stata la causa delle sue successive dimissioni”.

E qui, però, la capriola lessicale e interpretativa la fa la Commissione nel tentativo di giustificare una discutibile e grave modifica al verbale del Consiglio direttivo di Bcsm “Alla luce di quanto sopra esposto – dice la Commissione – è più che lecito pensare che la modifica del verbale ex-post si sia resa necessaria proprio per dare giustificazione della fuoriuscita di denaro da BCSM in favore di CIS. Con tale atto si appalesa la necessità di un’erogazione di liquidità, condizionata dal parere del COOVIG, per evitare il fallimento immediato della Banca”.

Cioè la Commissione dice che “è più che lecito pensare” che modifica del verbale e iniezione di liquidità nel Cis sia stata fatta per evitarne il fallimento -anche modificando un atto del Condir – dalla attuale Dirigenza, ma non fa la stessa indulgente deduzione per le dirigenze precedenti.

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