San Marino. Confronto e partecipazione, speranza per il Paese

San Marino. Confronto e partecipazione, speranza per il Paese

Confronto e partecipazione, speranza per il Paese

Sono tentato di intervenire ogni tanto su quello che succede in politica e nel governo del Paese. Devo confessare che sono sempre più deluso dei cambiamenti di governo: ad ogni cambiamento si fa un po’ peggio e quello che mi stupisce si fa peggio proprio su quelle cose che le stesse persone rimproveravano dall’opposizione al governo precedente. Ho la conferma di quanto sostenevo ancora 15-20 anni fa con amici di militanza politica: “non sono tanto interessato al un cambiamento di Governo, quanto ad un cambiamento del MODO DI GOVERNARE”. Si sono alternati governi (li abbiamo provati tutti in tutte le combinazioni e permutazioni possibili) che hanno fatto cose più o meno giuste ma tutti con un pessimo modo di governare. Quasi tutti senza capire bene che il mandato elettorale a “governare” non è un mandato a “comandare”, che il governare è amministrare dentro il limite e il vincolo della legge, senza lasciare sdegnosamente fuori tutti gli altri: istanze sociali, organizzazioni socio-economiche, opposizione, popolazione, ignorando che senza il confronto costante, paziente e costruttivo non si va lontano, senza capire la grandezza decisiva del confronto, con la presunzione di poter fare tutto da soli (siamo più piccoli di un quartiere di una grande città con i problemi di uno Stato. Inoltre, tanti cittadini non fanno politica, alcuni per rigetto, una parte non va a votare – anche all’interno. I partiti poco più che meri comitati elettorali). Quindi chi è al governo dovrebbe rendersi conto che non è tanto rappresentativo da sentirsi presuntuoso e solo autoreferenziale…
Il confronto esalta la democrazia, non la mortifica e non rinuncio a sperare che ci siano in tutti i partiti politici di statura, con maggiore senso dello Stato, capaci di venire fuori e distinguersi da questo andazzo per la verità un po’ miserevole. Coraggio, molte scelte storiche sono figlie del coraggio di singoli.
Comunque si vede, nonostante tutto, qualche fermento nel Paese e voglia di partecipare, di sollecitare una cittadinanza attiva. In particolare l’associazionismo, una forza grande e prestigiosa la nostro Paese, che cerca di trovare risposta alle istanze trascurate di cui è portatore, che cerca di contare e partecipare anche superando la frammentazione in cu vive ed opera. Dovrebbe essere orgoglio dei responsabili della cosa pubblica essere attento a questo fermento non solo per demagogia e a parole?
Giovanni Giardi

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