San Marino. “Consiglieri chiariscano se hanno pendenze con le banche”, Csdl

San Marino. “Consiglieri chiariscano se hanno pendenze con le banche”, Csdl

L’informazione di San Marino

Dalla Csdl: “Consiglieri chiariscano se hanno pendenze con le banche”

E così arriva il sindacato – che c’è da chiedersi dove sia stato fino a ieri – a fare da risonanza alle parole di un banchiere, Ambrogio Rossini, che nei giorni scorsi ha avvertito come l’80% dei consiglieri abbia pendenze con le banche senza che queste abbiano chiesto loro garanzie, cosa che, a suo dire avverrebbe anche oggi. Rossini, patron di Bac, ha tenuto a divulgare queste informazioni attraverso una telefonata al gestore di un sito. Gli esponenti della Csdl Enzo Merlini, segretario confederale Csdl e Alfredo Zonzini, segretario Fucs-Csdl, si destano ora, anche se queste circostanze dei prestiti allegri concessi ad amici degli amici – da Banca del Titano in giù, da Bcs ad Ecb, da Asset a Cis con casi emersi anche in Carisp, e col caso Siri e le dichiarazioni di Rossini conclamati anche in Bac – sono note da tempo e ciclicamente riproposte dalle cronache. Il sindacato ora chiede un atto di trasparenza, anche se la stessa richiesta non l’ha fatta in tempi recenti quando si è seduto al tavolo per negoziare norme sulla risoluzione delle crisi bancarie con coloro ai quali adesso demanda un moto di chiarezza per sgomberare il campo dai dubbi.

Meglio tardi che mai, comunque. Legittimo porre il dubbio e chiedere chiarezza sulle posizioni di taluni in Consiglio Grande e Generale – chissà se proprio l’80% – che potrebbero non essere del tutto disinteressate. “A questo punto – sollecitano astutamente i sindacalisti pensando che non sia vero quello che dice il banchiere, ma allo stesso tempo ipotizzando che possa esserlo – ci vengono in mente solo due ipotesi: o il banchiere ha ragione e quindi i politici devono solo stare zitti, aspettando che tutti se ne dimentichino; oppure i Consiglieri ed il Congresso di Stato pensano che abbia detto una serie di ‘pataccate’ che non meritano neanche una risposta, tantomeno una querela. La seconda sembrerebbe la più verosimile, visto che in realtà, stando a quanto dichiarato al momento della candidatura alle elezioni del 2016, coloro che sono liberi professionisti e/o soci di attività economiche sono meno di un quarto del totale. Il banchiere ha clamorosamente fatto male i conti oppure molti nascondono qualcosa?

A nostro avviso, il Consiglio Grande e Generale ed il Governo dovrebbero contraddire quanto asserito dal banchiere, a maggior ragione visto che si prospettano ulteriori provvedimenti a sostegno del settore bancario e finanziario. Ciò sarebbe importante anche affinché non vi siano dubbi sulla genuinità dei risultati cui perverrà la Commissione d’inchiesta”. E meno male che i sindacalisti citano anche la Commissione di inchiesta, visto che alcune questioni di incompatibilità sono state già sollevate e dovrebbero essere prese in considerazione.

Quindi proseguono i due sindacalisti: “Comprovare di essere liberi da condizionamenti è determinante altresì nel momento in cui si discuterà delle riforme necessarie per far fronte al debito pubblico contratto per colmare le voragini create dagli istituti di credito e di come accedere ad eventuali finanziamenti esteri. Un primo passo in tal senso sarebbe il rendere pubblico chi non ha restituito i soldi prestati loro dalle banche, visto che lo Stato si è assunto l’onere di far fronte ai relativi ammanchi patrimoniali, anche attraverso i crediti d’imposta. Infine, occorre mettere in atto tutte le azioni necessarie per recuperare quanto più possibile a favore dell’Amministrazione, senza fare sconti a nessuno. Onorevoli Consiglieri e Segretari di Stato, gli unici debiti di riconoscenza che dovete avere sono quelli verso i cittadini che vi hanno eletto. Per favore, smentite chi afferma il contrario!”

Questo, dunque, l’appello – seppure un po’ tardivo da parte di forze sociali che quanto meno a livello di “voci” dovrebbero conoscere da tempo certe dinamiche – che risulta più che legittimo. Chissà se un quadro politico che dichiara un giorno sì e l’altro pure di voler condividere scelte e percorsi anche con le parti sociali, accoglierà la sostanza di tale appello? Se così non fosse il sindacato potrebbe sempre rivendicarlo con uno sciopero generale in autunno, considerato che in altri casi ha chiamato la gente in piazza per molto meno.

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