San Marino. Consiglio giudiziario plenario, potrebbe nascere altro pastrocchio istituzionale

San Marino. Consiglio giudiziario plenario, potrebbe nascere altro pastrocchio istituzionale

Dubbia la validità della votazione sull’autotutela

Quale sarebbe “l’interesse pubblico” adottato per la Pierfelici?

Il Comunicato che la metà del Consiglio giudiziario plenario si è affrettato a fare nella notte di venerdì, dà per assodato l’esito della seduta che, però non è detto che sia così pacifico. Di certo la maggioranza tirerà dritto comunque, ma ciò non toglie che, se ancora esiste, c’è il diritto di discutere sulla illegittimità di quanto discusso e adottato. Potrebbe nascere, infatti, dalla votazione di venerdì un altro pastrocchio istituzionale. Questione non di poco conto. Pare infatti che all’atto della votazione di questa posizione di autotutela la stessa Valeria Pierfelici, essendo diretta interessata, sia uscita. Così pure, a quel punto, sarebbe uscito Luca Boschi, che era presente come osservatore e con funzione di controllo, come preannunciato da Libera in conferenza stampa, ma rimanendo avrebbe fatto comunque numero. Ora, uscendo la Pierfelici e uscendo di conseguenza Boschi, si sarebbero ritrovati nel Plenario in 11 votanti. Ma il numero legale, come noto, sarebbe 12. Non è dato sapere se a quel punto sia rientrata la Pierfelici per consentire di proseguire e rendere valida la votazione. Possibile, comunque, che si pongano dubbi.

Ma la questione non è solo questa. Si sostiene che l’autotutela si sia decisa per “interesse pubblico”. Quale sarebbe? E’ stato adeguatamente motivato? Anche qui dall’opposizione si preparano a chiedere conto. Altro fatto che pare essere accaduto e se ne avrà la conferma nei prossimi giorni. Pare che il bel gesto delle dimissioni della Pierfelici appena ripristinata nella dirigenza del tribunale, non sarebbe stato fatto prima di aver riorganizzato i carichi di lavoro all’interno del palazzo di giustizia, c’è chi sostiene, ma per ora si tratta di voci, spostando o declassando soprattutto i magistrati firmatari delle posizioni in contrasto con la linea. Fosse così, oltre ad essere altro elemento di gravità, sarebbe evidente che la cosa era stata già pianificata.

Peraltro, adesso il tribunale si trova senza Dirigente. Stando alla prassi, che probabilmente questa volta la maggioranza vorrà mantenere, il riferimento “in prorogatio” sarà la stessa dimissionaria Pierfelici. Posto che si capisca cosa accadrà a Giovanni Guzzetta.

Qualcuno avrà la creanza di inviargli almeno una lettera o dovrà desumere dal comunicato della notte di venerdì che dovrà lasciare l’ufficio? Si vedrà.

 

Il senso di responsabilità

Si apprende da Rtv che La Reggenza ha richiamato al senso di responsabilità.

Quale responsabilità? La responsabilità di chi?

Forse quella di chi ha impedito al Consiglio giudiziario ordinario di votare una propria determinazione? Forse la responsabilità di chi ha approvato una legge di interpretazione che ha in realtà modificato una norma esistente dandole un aberrante effetto retroattivo?

Oppure la responsabilità di chi ha fatto orecchi da mercante ai richiami di giuristi di chiara fama che chiedevano di salvaguardare la separazione dei poteri?

Forse la responsabilità di chi ha scavalcato la maggioranza dei giudici e ha chiesto pareri ad hoc per poterlo fare procedendo a rivotare ad oltranza? Che sia la responsabilità di chi usa la retorica della Reggenza dimenticandosi che, prima dell’ultimo semestre, ad una cerimonia di insediamento reggenziale non c’era manco mai andato? Oppure la responsabilità di chi fa gridare al rispetto della Suprema magistratura, e se la rideva quando qualcuno di maggioranza in Udp insultava pesantemente un collega e, davanti ai Capi di Stato, usciva sbattendo la porta?

O forse è il senso di responsabilità di chi della Reggenza se ne è di fatto sempre fregato, arrivando pure a minacciarla in privato e in pubblico, e adesso la usa come paravento per giustificare nefandezze? Magari è il senso di responsabilità di chi oggi plaude a chi dice che “la Reggenza è insindacabile”, ma in passato ha proposto pure azioni di sindacato becere, fasulle, proditorie e ignobili contro la Reggenza. Forse il senso di reponsabilità di inibire il diritto di cronaca vietando le immagini in apertura di seduta? E’ vero, hanno ragione i Capi di Stato Alessandro Mancini e Grazia Zafferani, ci vuole senso di responsabilità. E, di certo, i primi ad averlo saranno coloro che vi si richiamano.

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