San Marino Consiglio Grande e Generale, chiuso per quarantena politica

San Marino Consiglio Grande e Generale, chiuso per quarantena politica

Il Consiglio Grande e Generale, dovrebbe essere il centro del potere democratico, delle decisioni, nella Repubblica di San Marino. E invece, su molti problemi tra cui l’annosa questione del debito pubblico, con annesso prestito. parla e decide quasi  tutto il Governo e pochissimo il Consiglio, che spesso risulta, vista la scarsa informazione sugli atti politici e il relativo dibattito, in “quarantena decisionale”.

Una domanda preliminare siamo poi così sicuri che le emergenze (finanziaria –  Covid) giustifichino l’eclissi della funzione delle assemblee parlamentari?E permettano di non rispettare le regole dello Stato di diritto ? ricordiamo che in uno stato con un parlamento, la prima regola è: “Il primato della assemblea legislativa”.

Ecco solo alcuni, degli episodi più eclatanti.

1) Verso la fine di agosto viene trasmessa una bozza di riforma della giustizia al Consiglio d’Europa. dettaglio importante il documento in questione non era nè  stato approvato dalla maggioranza consiliare, nè reso noto alle opposizioni.

2) quando verso la fine di settembre, in piena crisi Covid e di liquidità la Repubblica di San Marino si orienta verso l’ emissione del Titano Bond per un controvalore 300 milioni di euro, prima si parlava di 500 milioni. Un dettaglio importante,  la conferma della iniziale operazione è arrivata una sera dal segretario alle finanze Marco Gatti a “Palazzo Pubblico”, Non lo storico edificio ove ha sede il Consiglio Grande e Generale, ossia il locale Parlamento, dove pure numerose volte, erano stati legittimamente chiesti lumi sulla importante operazione di finanziamento, ma nella nota trasmissione di San Marino Rtv. Un ulteriore evidente segno dei tempi non proprio eccellenti, che vive la politica sammarinese.

3) Tra i numerosi esempi di mortificazione del ruolo del CGG è dato dalla scarsa informazione e dibattito che ha accompagnato il finanziamento Cargill di 150 milioni di euro,  diventato operativo con la legge 7 dicembre 2020 n.212, di cui nulla si conosce, circa le caratteristiche del prestito e sulla natura e quantità dei beni statali dati in garanzia, dato che il contratto è stato secretato. Nella maggioranza il consigliere  Francesco Mussoni ha dichiarato tra l’altro “Il contratto l’aula non lo deve vedere. C’è un governo che ha delle responsabilità mi fido“. Ottimo, quindi la politica parlamentare intesa come atto di fede, quasi religiosa, non come atto di informazione, discussione, approvazione di atti politici, in parole povere quella che il noto maestro del diritto costituzionale, il compianto Leopoldo Elia, definiva come la «Centralità del parlamento». 

Invece, spesso tutto avviene nelle segrete stanze in modo opaco, e poco chiaro  e torna prepotente il diffuso pensiero che nell’acqua torbida si peschi meglio.

L’aria che tira a San Marino è questa: a parole ossequio delle leggi, in concreto silenzioso scavalcamento del ruolo del Consiglio e delle regole democratiche, come se le norme e le procedure non esistessero. In questo momento di grande crisi economico – finanziaria del Paese, aggravata dalla pandemia Covid, depotenziare lo stato democratico e le sue istituzioni appare la soluzione peggiore per uscire dalla summenzionata crisi.

                                                                                       Pietro Masiello

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