Nella mattina di venerdì 20 settembre prosegue la lunga maratona del Consiglio Grande e Generale sugli emendamenti (in tutto 64, 19 del Governo e 45 delle opposizioni) al “Progetto di legge Variazione al Bilancio di Previsione dello Stato e degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2024 e modifiche alla Legge 22 dicembre 2023 n.194” in seconda lettura.
Si riparte da un emendamento del Governo aggiuntivo di un nuovo art.2 ter che mira a favorire il collocamento e la negoziabilità di titoli del debito pubblico su mercati esteri. “Con un operatore italiano abbiamo aperto un tavolo tecnico per portare parte del nostro debito interno – spiega il Segretario di Stato Marco Gatti -. Uno degli elementi ostativi era questa prescrizione normativa: intanto siamo intervenuti su questa e abbiamo riservato una delega perché dal tavolo tecnico, se dovessero emergere la necessità di correzioni, abbiamo la possibilità di farle. L’obiettivo è rendere il nostro debito il più circolare possibile”. Emanuele Santi (Rete) giudica positivamente il provvedimento, ma ricorda che “indipendentemente da dove verranno collocati i titoli, vanno messe in campo una serie di iniziative allo scopo di ridurre il debito e il peso degli interessi”. Nicola Renzi (RF) evidenzia una “modifica allo Statuto della Banca Centrale. Non sono i presupposti per tentare di fare un confronto sereno. A spizzichi e bocconi si va a cambiare l’impianto che gestisce tutto. Così non va bene”. Gaetano Troina (D-ML) chiede, “prima di procedere, che ci sia un approfondito confronto e ci siano fornite adeguate e complete spiegazioni sulla collocabilità dei titoli”. “Per la collocabilità del titolo, avere una platea ristretta fa sì che ci siano delle difficoltà – chiarisce Luca Gasperoni (PDCS) -. Ad oggi vengono collocati grazie ad un accordo con i quattro istituti. Questo emendamento va a migliorare la collocabilità del titolo e aumenta la sua circolarità”.
L’emendamento è approvato.